29.11.20

NON SEMPRE "PERSEVERANDO VINCITUR"

Angela Ansalone - pediatra - Green Italia Campania


Il proclama da parte del nostro governatore sulla prossima realizzazione di un ospedale unico in penisola sorrentina che serva anche la costa d'Amalfi per un costo di 65 milioni induce alcune riflessioni.

Attualmente la costa d'Amalfi non ha un suo ospedale. Considero questa carenza gravissima data la vocazione turistica e la tortuosa viabilità. Sarebbe auspicabile un ospedale al centro della costa raggiungibile dal lato est e da quello ovest.

La penisola sorrentina ha attualmente in dotazione un ospedale a Sorrento e uno a vico Equense. Ne aveva anche uno a Sant'Agnello, riconvertito in poliambulatorio e uffici sanitari amministrativi.

L'ospedale unico previsto  in questa ultima sede, S.Agnello, dovrebbe servire quindi l'utenza delle due coste amalfitana e sorrentina ed il carico di turisti che vengono ospitati. Dovrebbe essere proporzionato come ampiezza a questo numero ingente di utenza, con l'aggravante che è situato in un centro abitato notoriamente congestionato dal traffico e a viabilità impervia per ristrettezza e tortuosità delle strade.

A fronte di queste realtà sarebbe quindi auspicabile la ristrutturazione, l'efficientamento energetico, la modernizzazione delle strutture esistenti che sembrano ben distribuite sul territorio in senso logistico.

Se si vuole, come viene detto, mettere al centro la domanda di cura bisognerebbe procedere  con senso della realtà guidati da un esperto di management sanitario, da esperti di architettura sanitaria e paesaggistica perché l'eventuale e molto probabile ulteriore consumo di suolo con distruzione del verde e dei pochi aranceti rimasti la penisola non se lo può permettere. E noi lotteremo perché non avvenga.

Ancora una volta poi si scotomizza il problema non risolto della medicina territoriale, che in questa pandemia ha dimostrato e continua a dimostrare le sue carenze.

I medici di base andrebbero valorizzati nella loro professionalità e nelle dotazioni assegnando loro ambulatori degni di tal nome per fare da filtro agli ospedali e rispondere a cure domiciliari.

Quindi non perseveriamo con progetti che sembrano avulsi dalle reali esigenze di un territorio che non tengono in conto i percorsi e la logistica, che sembrano rispondere solo ad una visibilità egoica con la continua conseguenza di sperpero di danaro pubblico.

15.11.20

Bambini e pubblicità: qui ci vuole un garante!

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Angela Ansalone - pediatra - Green Italia Campania

Credo che fra le infinite petizioni lanciate, ne mancano ancora molte per tanti problemi ancora da risolvere, ma una diventa sempre più pressante per la mia mission pediatrica.

Dilaga la presenza o meglio l'utilizzo dei bambini nelle pubblicità.

Alcune, grazie a loro, sono molto belle e molto convincenti, ahimè!!!

Ma non basta aver abusato del corpo femminile in tutte le sue espressioni.... degli immigrati come braccia e muscoli dimenticando che sono persone.... non basta l'abuso e la depredazione continua della natura dimenticando che siamo interconnessi nel comune ciclo della vita e della morte.... Ora e di nuovo e di più anche i bambini???  Non basta lo schiavismo dei bambini soldato, dei bambini cercatori di metalli negli stati africani, dei bambini costretti a fuggire dalle guerre, dei bambini venduti nel commercio di organi, della prostituzione minorile.... ???  No, no, basta!!!

Ora anche i bambini più subdolamente usati nel propagandare prodotti la cui genuinità è proprio la spontanea innocenza a dover garantire!!! Quali messaggi di autenticità e quale continua negazione di un'infanzia che a gran voce chiede di essere vissuta come tale, con i suoi tempi, le sue modalità, la sua genuinità costantemente attentati???

Esiste un garante di tutto ciò? E se esiste che faccia il suo lavoro innanzitutto e che poi lo faccia bene!!!

12.11.20

La medicina territoriale che vorremmo


Angela Ansalone - pediatra - Green Italia Campania

Sconcertante la diatriba tra sindaco De Magistris e Governatore De Luca mentre la domanda di cura resta senza risposta nella sua urgenza dolorosa.

Ad Aprile proposi in un post che ebbe molti consensi di implementare la medicina territoriale. Lo rivendica e lo illustra chiaramente Milena Gabanelli nel suo ultimo dataroom.

La richiesta lasciata per lo più inevasa è quella di valorizzare la figura del medico di medicina generale liberandolo dalle catene burocratiche che ne limitano e mortificano la professionalità.

Il primo interlocutore del paziente è il suo medico curante che con le opportune dotazioni quali dispositivi di sicurezza e tampone può prestare le prime cure e dare le prime rassicurazioni tanto desiderate e attese in questo difficile periodo. Questo il primo tassello indispensabile per fare da filtro agli ospedali e per rendere degno il servizio sanitario nazionale. È sempre il medico di medicina di base che conoscendo bene il suo paziente può prevenire e curare le altre patologie e indirizzare alle cure di secondo livello.

Valorizzare questa importante figura professionale significa riconoscerla, apprezzarla e dotarla di mezzi, apparecchiature e spazi che non siano gli angusti studi condominiali dove ogni ruolo di siffatta importanza non può essere svolto in efficienza ed efficacia. I milioni spesi per le nuove strutture covid potevano comprendere questi servizi essenziali nello scenario delle cure da prestare. Se non lo si è fatto non è mai tardi per farlo ora che l'esperienza ne ha dimostrato ancor più la imprescindibile utilità.

Un servizio sanitario efficace  non può misconoscere tutte le altre patologie che nel frattempo disattese gonfiano i numeri della letalità  e accrescono il senso di insicurezza verso un governo che proprio questo senso dovrebbe  saper dirimere.