26.3.24

"Zona urbanizzata"? Ma ci faccia il piacere!

Quando la gente chiede in gran numero, con interesse e passione, di partecipare davvero a scelte fondamentali come quelle in itinere sul governo del territorio, coinvolgendo  le proprie forme associate, le Istituzioni debbono rallentare, ascoltare. Nel caso debbono modificare, anche sostanzialmente, il disegno, peraltro palesemente tracciato da pochi.

La nostra istituzione regionale, invece, cosa fa? Accelera.

La IV Commissione approva a maggioranza, con l'astensione delle destre e l'opposizione ferma dei 5S, norme urbanistiche concordate tra pochi.

Adesso salirà il livello della protesta e...PERDEREMO TEMPO PREZIOSO.

Spero davvero  che, nei prossimi giorni se ne rendano conto e correggano contenuti e atteggiamento: la crisi climatica non ci aspetta e non è proprio più il  tempo di consumare tempo, territorio, paesaggio e risorse esauribili.

Il tempo del consumismo ingordo volge a termine.

Francesco Escalona

La foto "Vigneto urbano" è di Francesco Escalona  ed è stata scattata presso le Cantine "La Sibilla" di Bacoli.

28.2.24

I cancelli alla Galleria Umberto: una sconfitta per la città

La decisione di installare i cancelli alla Galleria Umberto è un passo indietro per la città. Piuttosto che affrontare le radici dei problemi di sicurezza e gestione, le autorità hanno optato per una soluzione semplicistica che penalizza l'immagine della città e offende la bellezza e la funzione che il Monumento rappresenta.

Chiudere i cancelli non risolve i problemi di illegalità e comportamenti indesiderati, ma forse li sposta altrove. È una mera illusione di sicurezza che non affronta le cause profonde del disagio sociale che affligge la città.

Anche la Villa Comunale sembrava che senza i cancelli non si potesse tutelare. L'abbandono invece è stato progressivo nonostante i cancelli.

Invece di isolare e dividere, le istituzioni dovrebbero concentrarsi su soluzioni inclusive che coinvolgano la comunità locale, promuovendo un senso di appartenenza e responsabilità condivisa. Chiudere i cancelli è un segnale di mancanza di fiducia nella capacità di una parte della città di affrontare le sfide sociali in modo costruttivo e partecipativo.

La Galleria Umberto dovrebbe essere un centro di vita e cultura diurna e notturna che riflette la diversità e l'inclusione della nostra città. Chiudere i cancelli va contro questo principio fondamentale, trasformando un simbolo di aggregazione in un simbolo di divieto.

Bisognerebbe tornare al tavolo delle discussioni e lavorare insieme alla comunità per sviluppare soluzioni efficaci e sostenibili che affrontino veramente i problemi alla radice. Solo così la Galleria Umberto potrà tornare a essere un luogo di incontro e prosperità per tutti i cittadini.

I cancelli alla Galleria saranno il simbolo del fallimento di chi doveva garantirle la sicurezza e il decoro.


Carmine Maturo


9.2.24

Associazioni di categoria, ambientalisti e sindacati: insieme per una nuova legge di governo del territorio in Campania

Oggi presso il dipartimento di Architettura si è tenuta una grande giornata di confronto democratico, di idee e di partecipazione tra le associazioni ambientaliste e di tutela del paesaggio, organizzazioni sociali e sindacali autoconvocatesi, ancora una volta, in opposizione al DDL di modifica della legge 16/04. L’intento, scaturito dall’incontro, è stato quello di lavorare insieme per elaborare una nuova e moderna legge di governo del territorio in Campania.

La proposta, articolata collettivamente nell’corso dell’intera giornata, per una nuova e moderna legge, grazie alla convinta adesione dei livelli nazionali, è così divenuta di interesse nazionale. La loro presenza, infatti, ha consentito di inquadrare la problematica campana nel più generale scenario nazionale e comunitario, sottolineando l’enorme distanza tra i contenuti e i reali obiettivi del DDL e le urgenze costituite dai repentini cambiamenti climatici e dalle tante opportunità offerte dalla visione strategica del green deal e della transizione ecologica.

Si è così raggiunta tra associazioni ambientaliste, di categoria, sindacali e sociali, una condivisione di opinioni ed una convergenza di obiettivi nell’unanime volontà di proseguire i lavori nell’elaborazione della legge da parte di soggetti promotori e di quelli che man mano, anche oggi, hanno aderito.

A conclusione della giornata democratica di confronto e di partecipazione è stato istituito un Tavolo di lavoro che avrà come obiettivo la scrittura di una nuova e moderna legge di governo del territorio per una rigenerazione urbana e territoriale, adeguata ai temi posti dai cambiamenti climatici e alle tante urgenti e improrogabili esigenze ecologiche, ambientali e socio-economiche della Campania.

La nuova legge, che dovrà fondarsi sulla partecipazione collettiva, si proporrà tra l’altro di:

  •           non confliggere con le norme costituzionali inerenti alla tutela del paesaggio e della biodiversità;
  •      azzerare concretamente e in tempi ravvicinati il consumo di suolo, salvaguardando il territorio naturale e coltivato, anche all’interno dei perimetri urbani e delle aree intercluse che contengono ancora suolo vivo;
  •       integrare la pianificazione territoriale con quella paesaggistica;
  •           procedere ad una riorganizzazione politico-amministrativa dell’armatura urbana regionale;
  •      garantire il risanamento dell’ambiente, nonché il ripristino degli ecosistemi naturali, terrestri e marini, in particolar modo di tutti gli interventi in aree SIN e SIR (Siti di Interesse Nazionale e Regionale);
  •       salvaguardare i centri storici, favorendo il recupero del patrimonio culturale in essi racchiuso
  •     affrontare e contrastare normativamente i fenomeni di gentrificazione e di espulsione degli abitanti, degli studenti, degli artigiani e del commercio storico dalle aree centrali, indotta da processi speculativi basati sull’incremento della rendita immobiliare;
  •        promuovere una rigenerazione urbana, territoriale e ambientale che non si limiti ad aspetti edilizi, ma che dia soprattutto risposte ai bisogni sociali, culturali ed economici delle comunità insediate, garantendo nel contempo nuova occupazione stabile, di qualità e sicura, soprattutto alle fasce giovanili.

Il Tavolo di lavoro istituito oggi, con questa straordinaria partecipazione, forse mai registrata prima in Campania, sarà un Tavolo permanente. Oltre alle nuove adesioni, acquisite durante la giornata, resterà aperto al contributo di cittadini, associazioni, rappresentanze di categorie ed istituzioni, che saranno concretamente interessate al benessere sociale dei cittadini, delle città e del territorio della Campania.

Primo appuntamento del Tavolo di lavoro sarà una prossima autoconvocazione presso la sede del Consiglio Regionale a cui, come per la giornata di oggi, saranno invitate tutte le rappresentanze istituzionali deputate all’approvazione della legge.

ADA Donne Architetto – A.N.F.S.U. (Associazione nazionale di filosofia e scienze umane) - A.N.T.A.R.E.S. - AIR, Architetti in Rete - ARCI Campania – Associazione Amici di Ideacittà - Ass. Marco Mascagna – Associazione Percorsi Napoletani - CGIL Campania - Casartigiani Campania - CIA Campania - Confartigianato - CNA Costruzioni Campania - FIAB - Fillea CGIL Campania - FLAI CGIL Campania - Gente GREEN - Gentle Green Events - Italia Nostra - Legambiente - MaiPiùAmianto - Nu.Ri.Ge. Nuove Ri-Generazioni – RETE Set - Rete Sociale No Box - Rigenera Campania - SPI CGIL Campania - UDU - VAS -WWF Italia.

6.2.24

COMUNICATO STAMPA - Giornata di mobilitazione 08/02/2024

Il giorno 8 febbraio 2024, presso la sede del DIARC, via Forno vecchio, 4 , si terrà una

GIORNATA DI MOBILITAZIONE

Una Conferenza Stampa e un Tavolo di lavoro per chiedere alla Giunta Regionale una nuova e moderna legge di Governo del Territorio.
 
Ancora una volta l’associazionismo ambientalista e di tutela del paesaggio e organizzazioni sociali, sindacali operanti sul territorio si apriranno al confronto con le istituzioni, gli stakeholder, i cittadini e i media per l’istituzione di un Tavolo di Lavoro per l’elaborazione di una nuova e moderna Legge Urbanistica che integri la pianificazione territoriale con quella paesaggistica ed esalti il ruolo strategico della pianificazione e dei processi partecipativi, nell’ottica della Transizione Ecologica.
Questa giornata di mobilitazione vedrà la partecipazione dei vertici delle associazioni di carattere nazionale per testimoniare il loro supporto alle rappresentanze regionali e locali e al variegato mondo associativo che dall’estate scorsa si è mobilitato contro il Disegno di legge: "Modifiche alla L.R. Campania n. 16/2004, recante Norme sul Governo del Territorio".
 
Antefatto:
Il 23 novembre 2023, associazioni ambientaliste, sindacali e sociali furono promotrici di un  Sit-In di protesta presso il Consiglio Regionale del Centro Direzionale.  Nonostante le proibitive condizioni del tempo date da un fortissimo vento, fecero sventolare le bandiere della protesta contro il provvedimento di modifica della Legge Regionale di Governo del territorio n.16 del 2004.
Fu una giornata di manifestazione democratica per esplicitare meglio i motivi del forte dissenso al DdL approvato in Giunta Regionale nel giugno scorso e in procinto di essere discusso nell’aula consiliare.
Una delegazione delle associazioni, fu infine  ricevuta da alcuni consiglieri regionali, nonché dal presidente della IV^ Commissione Consiliare, on. Luca Cascone, che in conclusione dell’incontro, assicurò che alla conclusione dei lavori della Commissione da lui presieduta, avrebbe convocato confronto preventivo sul maxi emendamento licenziato e che nel contempo si sarebbe fatto portavoce nei confronti dell’Assessore all’Urbanistica Bruno Discepolo, affinché, anche in fase di discussione del Regolamento di attuazione, le stesse associazioni fossero coinvolte in un percorso di confronto e condivisione dello stesso.
I due provvedimenti, assicurò Cascone, legge di modifica e regolamento di attuazione, come richiesto dalle Associazioni, avrebbero proceduto di pari passo, anche in considerazione del fatto che la legge di modifica della L.R. 16/2004 sarebbe priva di efficacia senza il regolamento di attuazione approvato.
Son passati ormai più di due mesi ma non ci è stato ancora trasmesso ufficialmente il testo del maxi-emendamento annunciato, nè abbiamo notizia dell’Istituzione del Tavolo di confronto sulla Legge, nè tanto meno quello sul Regolamento.
Anzi.
Voci insistenti circolano in merito alla volontà del Presidente della IV Commissione di inviare il testo col maxi-emendamento annunciato, e ancora misterioso, senza istituire quel momento di dialogo e di confronto annunciato il 23 novembre e senza il testo del regolamento d’attuazione preannunciato.
 
Per questa ragione le sottoscritte Associazioni e Organizzazioni, preoccupate del tempo che scorre, hanno deciso di riprendere la contestazione indicendo una
GIORNATA DI MOBILITAZIONE CONTRO L’ATTUALE DISEGNO DI LEGGE DI MODIFICA DELLA L.16/84, per il giorno GIOVEDI 8 FEBBRAIO 2024 presso la sede del DIARC, via Forno vecchio 4.
Si sono progressivamente aggiunte alla protesta molte altre sigle di Associazioni e Organizzazioni ambientaliste, sindacali e adesso del mondo dell’agricoltura, CHE SONO STATE INVITATE A INTERVENIRE.

ADA Donne Architetto
A.N.T.A.R.E.S.
AIR, Architetti in Rete
ARCI Campania
Ass. Marco Mascagna
CGIL Campania
CNA Costruzioni Campania
Casartigiani Campania
Confagricoltura
FIAB
Fillea CGIL Campania
FLAI CGIL Campania
Gente GREEN
Gente Green Events
Italia Nostra
Legambiente
MaiPiùAmianto
Nu.Ri.Ge. Nuove Rigenerazioni
Rete Sociale No Box
Rigenera Campania
SPI CGIL Campania
UDU
VAS
WWF Italia ETS

2.2.24

"COME LA LUCE DELL'ALBA" di Pio Russo Krauss: un racconto sincero sulla necessità di difendere la Bellezza del nostro territorio e dare respiro all’Amore sincero per l'altro.


In “Come  la luce dell’Alba” il tratto autobiografico e la finzione del romanzo si presentano in un interessantissima miscela. La storia, ambientata esattamente 50 anni fa, parla con forza al nostro tempo anche  se il contesto locale e nazionale descritto con precisione ci riporta a quegli anni come un esperienza profondamente immersiva. Il romanzo avvincente con una densa struttura  che incuriosisce ed emoziona fino alle ultime pagine grazie anche ad un parterre di personaggi per niente banali  risulta al contempo quasi un compendio, applicato al nostro territorio, dei contenuti dell’enciclica “ Laudato Si” di Papa Francesco. L’autore non a caso è da sempre impegnato in ambito sociale ambientalista ed ecclesiale ed ovviamente affida molto della sua esperienza di vita a diversi personaggi immaginari  e non solo al protagonista.

In una Chiesa ancorata a vecchie logiche di potere a braccetto con la DC, nei mesi del  referendum per il divorzio, durante la crisi petrolifera e la caduta di Franco in Spagna quasi per inerzia, siamo a cavallo tra ’73 e ’74, Sergio, un giovane prete agostiniano colto e coraggioso, compie una piccola rivoluzione collettiva ed infine profondamente  personale in una sconosciuta periferia di Napoli occidentale. La storia infatti è ambientata nel quartiere di Pianura che in quegli anni, ma per certi versi ancora adesso, si caratterizza per la ruralità. 

I mostri da combattere fin da subito sono tanti, una Camorra a braccetto con una pessima borghesia e tollerata nei fatti anche dai governanti della città, pronta a sventrare  per sempre quel territorio scacciando i suoi indifesi ospiti contadini, il vero presidio della bellezza di quel territorio oltre ad una piccola comunità ancora più debole; un tema nel tema sulle tolleranze e la conoscenza ed il rispetto dell’altro. Si aggiungono, seguendo la narrazione, il tema dell’ignavia che a volte si sviluppa in buona fede ma può creare danni irreparabili, quello del dogma della Chiesa che non aiuta l’applicazione della vera parola del Cristo oltre ad  un tema scabroso trattato con molta sensibilità e saggezza dall’autore.

Sullo sfondo della vicenda che si dipana in pochi mesi  sentiamo sempre il respiro della natura e le sue stagioni ancora ben definite in quei tempi con un autunno avvolgente, un inverno cupissimo e piovoso ed una primavera che stenta ad arrivare ma che esploderà con tutto il suo Amore nel finale.

L’effetto devastante alla base del racconto, personalmente l’ho potuto osservare direttamente sul luogo nell’immediato post-terremoto. In quella fase l’argine sul dilagare della speculazione edilizia che i protagonisti della storia difendevano insieme a WWF e Italia Nostra con un Antonio Iannello, unico omaggiato con una sua presenza reale oltre al Sindaco dell’epoca, ed una Coldiretti ed il Partito Comunista soggetti che risultavano  ancora un riferimento utile, si ruppe quasi definitivamente.

Oggi non è tutto perduto a ben vedere qualche brano di quella ruralità di qualità resiste ancora e va fortemente tutelato. Il romanzo di Pio fa venire voglia di combattere con saggezza ancora. E’ forte L’impatto alla lettura per chi di noi si è mosso  per la tutela del nostro territorio ma  sono sicuro che per i temi trattati e l’ottima scrittura appassionerà quasi tutti i lettori.

Pio Russo Krauss, medico educatore in ambito sanitario ed ambientale con un forte impegno in ambito sociale ed ecclesiale, é stato presidente del Centro Culturale Giovanile, militante di associazioni ambientali e e pacifiste. E' attualmente il Presidente dell’Associazione "Marco Mascagna".

Il libro è edito da La Valle del Tempo, Napoli. 

Guido Liotti

27.1.24

COMUNICATO STAMPA: DONNE IN CAMMINO PER LA PACE


Il 27 gennaio 2024 si terrà la terza azione delle Donne in Cammino per la Pace di Brescia.
Il primo cammino del 4 novembre 2023 ha messo distanza tra il luogo simbolo dell’antifascismo e del rifiuto delle guerre, la piazza della Loggia di Brescia, e un luogo di aggressione e di morte, la base militare di Ghedi.
Con il secondo cammino del 6 dicembre ci siamo incontrate e scambiate il testimone, lo straccio di Pace, in Piazza della Loggia, dopo esser partite, come le donne del mondo, da luoghi differenti.
Nel nostro terzo cammino, il 27 gennaio, saremo protagoniste in molti paesi della provincia e della città con l'urlo CESSATE IL FUOCO! Ciascuna di noi nel giorno della memoria esprime la propria opposizione ai vecchi e nuovi genocidi nel mondo.
IL SILENZIO ci interroga e mette in pausa il frastuono delle guerre consumate sui corpi dei più fragili.
LO STRACCIO BIANCO appeso al braccio è simbolo ereditato dalle proteste contro la guerre e, nella sua semplicità, dice la grandezza di un gesto di pace.
L’ABITO NERO è simbolo del lutto , non più passivo e privato, delle donne, impegnate nel potente rifiuto delle logiche di morte.
I NOSTRI CORPI, presenti nei principali luoghi pubblici e in diverse località, sono segno concreto di umanità e comunanza.
Le Donne in Cammino per la Pace hanno raccolto il testimone di due associazioni pacifiste e femministe: Woman Wage Peace di Israele e Women of the Sun di Palestina.
Donne in Cammino è una rete di donne accomunate dall’urgenza di chiedere un immediato CESSATE IL FUOCO.
Non utilizziamo loghi identitari, simboli e bandiere che rappresentino appartenenze politiche, religiose, sindacali o associative perché ciascuna di noi si esprime singolarmente in comunanza con tutte.

DONNE IN CAMMINO PER LA PACE, Brescia


20.1.24

Il Complesso Termale del Solaro, un‘opera di architettura razionalista da tutelare

La decisione della Regione di realizzare un nuovo Ospedale sui resti del Complesso Termale del Solaro a Castellammare di Stabia dovrebbe essere oggetto di una maggiore attenzione da parte dei media, della classe politica e della stessa opinione pubblica. Il tema non è relativo solo al riassetto del sistema ospedaliero, con una scelta non supportata da nessun strumento di pianificazione, ma coinvolge anche altri aspetti. Tra i tanti, quale visione strategica del territorio giustifica un ospedale e non un’altra funzione? Quale approccio culturale si ha nei confronti della storia e delle espressioni culturali del nostro territorio, con particolare riferimento ad esempi rilevanti di architettura razionalista, come nel caso delle Terme del Solaro?

La decisione della Regione (alla quale va il merito di aver acquisito il Complesso al patrimonio pubblico) dovrebbe derivare dal confronto di più alternative progettuali, i cui risultati dovrebbero essere resi pubblici. Altrimenti è lecito chiedersi se sia giusto spendere 180 milioni di euro per la realizzazione di un ospedale e non invece per il rilancio del Complesso termale e se tale scelta sia in sintonia con le ambizioni turistiche della città, con il rischio di trasformarsi da occasione di uno sviluppo di qualità ad un suo freno. Altra domanda: preventivamente si è tenuto conto della compatibilità delle funzioni sanitarie con le caratteristiche architettoniche di pregio del Complesso Termale o si è ritenuto questo aspetto “ininfluente” rispetto ad una decisione presa a monte? Ancora, lo stato di degrado a cui è stato colpevolmente ridotta l’opera è un valido motivo per la sua demolizione o non dovrebbe essere una ragione per il suo restauro architettonico? Le notizie riportate sulla stampa sembrano invece evidenziare che il Complesso delle Terme del Solaro sia ritenuto solo un fastidioso ostacolo da rimuovere (addirittura entro l’estate) per dare spazio al nuovo Ospedale.

Eppure, eppure, le Terme del Solaro rappresentano uno degli esempi piu’ significativi dell’architettura razionalista in Italia. Opera di architetti di grande spessore come Carlo Cocchia (Stadio san Paolo, Mostra d’Oltremare), Franco Iossa, Alfredo Sbriziolo, Gerardo Mazziotti. Nei corsi di progettazione delle facoltà di Architettura il Complesso delle Terme viene studiato non solo per il suo valore intrinseco ma anche per i riferimenti alla cultura architettonica europea (Alvar Aalto nell’edificio di Sbriziolo). La Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, nel suo censimento delle architetture italiane, dedica una specifica scheda al “Complesso Termale del Solaro” (https://censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it/scheda-opera?id=4076) il cui progetto, fra l’altro, fu vincitore di un Concorso internazionale di progettazione. Nella stessa scheda sono riportate ulteriori motivazioni che ne giustificano l’inserimento tra le “architetture italiane” e precisamente: 

1. L’opera è citata in molti studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e internazionale; 

2. L’opera è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale 
3. L’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata. 

Infine, la bibliografia dedicata all’Opera è vastissima (es. Architettura: Cronache e storia di B. Zevi, n. 119 del 5.9.1965) e l’opera è riportata tra “I luoghi del cuore” del F.A.I.

In questo scenario, a fronte di tanta “sostanza”, non abbiamo dubbi che la Soprintendenza vorrà intervenire per salvaguardare un'opera che è inclusa nel catalogo del suo stesso ministero.

Vincenzo Russo

(pubblicato su "Repubblica" edizione di Napoli del 19/01/2024)

19.1.24

Il verde resta ancora una "chimera" a Napoli: scongiuriamo il modello di riqualificazione del Parco Mascagna

E’ di poche ore fa la notizia che gli agronomi del Comune hanno segnalato come abbattibili i lecci anzianissimi che caratterizzano l'emiciclo centrale del Parco Mascagna solo mediante un analisi visiva di massima. Tutto questo nonostante i dubbi espressi anche da consiglieri comunali di maggioranza oltre che alla quasi totalità delle associazioni ecologiste.

Questo ennesimo atto ci riporta alla ragione del perché gli ambientalisti non plaudono alle modalità  adottate riguardo ai progetti sul verde presentati in pompa magna la settimana scorsa  dal Comune di Napoli

In questa occasione, Sindaco, Assessore del ramo e tecnici di riferimento, oltre ad alcuni consulenti, hanno parlato degli interventi relativi in particolare a due importanti parchi urbani, la Villa Comunale e il  Virgiliano con il Viale Virgilio,  finanziati con fondi della Città Metropolitana e PNRR, ed accennato ai prossimi interventi su una serie di parchi di scala di quartiere, compreso il Parco Mascagna, già purtroppo in fieri con quelle modalità constatate.

Tutte queste realtà saranno oggetto di approfondimenti dettagliati in articoli a seguire.  

Fa da contraltare all’entusiasmo dell’Amministrazione Comunale la perplessità degli ambientalisti in merito alle procedure utilizzate per la riqualificazione, in particolare di  due  luoghi così emblematici e particolarmente significativi per la loro valenza storica, artistico e paesaggistica.

Sono passati quasi tre anni dalle prime progettazioni dei due parchi comunali, durante i quali sarebbe stato possibile avviare un processo partecipato con i cittadini e con le associazioni per un confronto sulle scelte di materiali, sulle destinazioni d’uso, sulle essenze arboree ed arbustive. Soprattutto sarebbe stato importante confrontarsi sul ruolo a loro attribuito ed al fatto che oggi versano in uno stato di degrado e hanno perso moltissima massa vegetazionale, per orientare la loro riqualificazione alla luce delle emergenze connesse ai cambiamenti climatici. 

I progetti dei due grandi parchi e quelli minori sono invece stati maturati e condivisi unicamente all’interno degli uffici dell’Amministrazione Comunale e con un’interlocuzione con altri Enti pubblici sovraordinati solo in sede di conferenza dei servizi.

Dalle comunicazioni date solo ora in conferenza stampa si evince che l’integrazione dei fondi PNRR nel caso dei due grandi Parchi citati sono convogliate solo sulla costruzione di opere infrastrutturali viarie. Si disattende lo spirito dell’impiego dei fondi del PNRR che hanno promosso i progetti di forestazione urbana. Le aspettative sono state deluse per lo scarso peso dato al potenziamento della componente vegetazionale che viene mortificata dalle opere infrastrutturali di pavimentazione (addirittura per il Virgiliano nel caso del secondo lotto nemmeno drenante) di arredo, di recinzione ecc. molto spesso procedendo anche all’abbattimento di alberi senza che possano essere sostituiti da nuovi di pari dimensioni (grandi trapianti).

In particolare, per il caso del Virgiliano si evidenzia  un totale contrasto con l’approccio utilizzato per il primo lotto da finanziamento di Città Metropolitana, ancora in una breve fase di approvazione, che resta l’unica progettazione davvero coerente con i principi di pianificazione resiliente e rispettosi delle componenti naturali con recupero di biodiversità, principi  che invece dovrebbero caratterizzare come dicevamo in pieno un corretto utilizzo dei fondi del PNNR.

Per la scarsa volontà dimostrata purtroppo dall’Amministrazione di aprire a veri processi partecipativi che consentono un ascolto attivo e un confronto sulle scelte strategiche da intraprendere, il tema della “resilienza” che nella strategia del Green Deal sottesa al PNRR ha la stessa dignità della “ripresa” non esercita il suo ruolo di stimolo per un nuovo modello di sviluppo che esalti il ruolo strategico del verde e oggi. In particolare, ci riferiamo alla nostra reiterata richiesta di costituzione di una Consulta del Verde, spazio di confronto fondamentale anche per poter supportare l'Amministrazione stessa su scelte che non possono essere determinate esclusivamente dalla Soprintendenza. Una Consulta in grado anche di proporre il controllo e l’applicazione di soluzioni ambientali in linea con i principi DSHN (che non arrechino nessun danno all’ambiente), del Green New Deal e con i Criteri Ambientali Minimi (CAM), obbligatori per legge ed a maggior ragione per l’utilizzo dei fondi del PNRR.

In tal modo si  potrà aiutare l’Amministrazione Comunale a rispondere meglio alle sfide degli effetti dei cambiamenti climatici.

Questo va garantito non solo agendo su specifiche aree verdi, ma inquadrandolo in una compiuta pianificazione delle infrastrutture verdi che manca per la nostra Città e per effetto positivo per l’intera area Metropolitana, pensiamo ad esempio ai parchi regionali che attraversano la Città.

Occorre garantire la connessione di tutte le aree verdi, pubbliche e private, con la rete ecologica, favorendo la salvaguardia delle biodiversità, il contrasto all’inquinamento atmosferico, alle isole di calore e alle bombe d’acqua, senza tralasciare di esaltare le valenze estetiche e sociali del verde per la qualità della vita e la salute dei cittadini e dell’ambiente.

Un'interlocuzione costante oggi ancor più necessaria, alla luce della prossima variante al Piano Regolatore, che deve necessariamente integrarsi con il Piano del Verde.

Per completezza riportiamo un breve specchietto tratto da fonti del Comune riguardo ai costi e tempistiche degli interventi di riqualificazione citati.

Riqualificazione Villa Comunale

I LOTTO: 1.985.115,10 € finanziato con risorse economiche rese disponibili dal Piano Strategico della Città Metropolitana di Napoli. Durata lavori: 10 mesi.

II LOTTO: 2.000.000,00 € finanziato con risorse economiche rese disponibili dal Piano Sostegni al PNRR Grandi Città. Durata lavori: 14 mesi.

Parco Virgiliano e Viale Virgilio

I LOTTO: 1.700.000,00 € finanziato con risorse economiche rese disponibili dal Piano Strategico della Città Metropolitana di Napoli. Durata lavori: 12 mesi

II° LOTTO: 2.000.000,00 € finanziato con risorse economiche rese disponibili dal Piano Sostegni al PNRR Grandi Città. Durata lavori: 12 mesi.

Gli altri parchi oggetto di riqualificazione oltre i due comunali più citati nell’articolo

1)     Parco Mascagna: 450 mila euro (lavori iniziati il 21/11/2023)

2)      Parco Scampia: 1 milione di euro

3)      Parco Gaetano Errico: 500mila euro

4)      Parco San Gennaro: 600mila euro

5)      Parco De Filippo: 500mila euro

6)      Parco del Poggio: 700mila euro

(L’articolo trae spunto da riflessioni condivise con alcune associazioni che hanno da tempo costituito gli Stati Generali del Verde: Fiab NapoliCicloverdi - Legambiente Iride - Legambiente Parco Letterario Vesuvio - WWFNapoli - Gente Green Aps)

Guido Liotti

14.1.24

Voglia di futuro

Da mesi è in corso un acceso confronto sulla nuova legge urbanistica della Regione Campania che dovrebbe subentrare, dopo venti anni, alla legge 16 del 2004. Il dibattito resta però nel perimetro della politica e della cultura urbanistica, senza che questo tema scalfisca l’attenzione dell’opinione pubblica. Probabilmente i cittadini associano l’urbanistica alle loro peripezie burocratiche, spesso farraginose, oppure ai dibattiti sui massimi sistemi che molto spesso evidenziano le difficoltà e il girare a vuoto, senza risultati, di grandi progetti come quello di Bagnoli.  


Eppure le “norme” di una legge urbanistica sono tanti tasselli per la concretizzazione di una visione strategica che incide in modo determinante sul futuro del territorio e su quello delle giovani generazioni. Per questi motivi è importante che l’opinione pubblica sia correttamente informata sulle evoluzioni legislative e partecipi attivamente. La proposta di legge regionale, come evidenziato da associazioni ambientaliste, comitati civici e sindacati, nasce già vecchia, nonostante una proiezione ventennale, come per la 16/04, con l’obbligo di scelte che rispondano alle criticità attuali ma anche a quelle dei prossimi decenni. 
Tra l’altro, molte soluzioni per eliminare o ridurre tali criticità sono contenute in altri strumenti legislativi, del tutto ignorati nella proposta regionale. Ci si riferisce in particolare a:

1. Gli impegni dell’Italia nel Green New Deal per ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050;

2. Il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, incluse le linee guida per i Sistemi urbani di drenaggio sostenibile;

3. La nuova legge sulla natura, la Nature Restoration Law, approvata dal Parlamento europeo il 12 luglio 2023 per promuovere la biodiversità e l'azione per il clima in tutta Europa, oltre a introdurre strumenti normativi per la prevenzione e tutela della salute umana e per integrare le politiche ambientali in vigore.

Apparentemente possono sembrare temi astratti, ma essi affrontano aspetti quotidiani del vivere di ogni cittadino. Gli impegni per la de-carbonizzazione entro 25 anni mirano a migliorare la qualità dell’aria e a immaginare un nuovo modello di mobilità non incentrato sull’auto e con l’obbiettivo di ridurre in modo sostanziale il traffico, l’inquinamento acustico e atmosferico, il recupero sociale delle strade.
Le tragedie causate dai cambiamenti climatici possono toccare tutti e quindi le misure per la mitigazione degli effetti delle bombe d’acqua, delle isole di calore non sono norme astratte ma indicazioni che potrebbero incidere in modo determinante sulla sicurezza, sulla bellezza e sul futuro del territorio, e le misure di attenuazione, come quelle relative ai sistemi di drenaggio urbano sostenibile e quelle basate su sistemi naturali, potrebbero contribuire a ridurre gli effetti devastanti delle alluvioni in città. La legge di proposta regionale non affronta questi temi. La necessità di recuperare un rapporto con la Natura, attraverso il restauro di ecosistemi, non è un tema astratto, ma significa offrire ai cittadini più verde nel rispetto e nella tutela della biodiversità. La legge di proposta regionale non affronta questi temi. In tale quadro, poiché si rischia di approvare norme già superate dalla realtà dei fatti che invece richiede scelte coraggiose, già effettuate da molte città.
E' auspicabile un ripensamento della Regione per arrivare a soluzioni condivise e in linea con il futuro.

Vincenzo Russo 
Comitato tecnico-scientifico Nurige

27.12.23

Sorrento? E' stata rovinata!

Bisogna ritornare alla Sorrento che ha un'identità, che rispetti la sua identità che non è solo la bellezza dei luoghi ma anche il suo saper fare: la tarsia, la coltivazione bio della terra, la produzione di prodotti genuini, i limoni di Sorrento famosi nel mondo e ridotti a pochi limoneti e a pochi raccolti distrutti dai parcheggi.

L'avidità di un turismo di bassa qualità, privilegiando la quantità, ha reso omologato un luogo che tenta di resistere ma è allo stremo dell'invivibilità. Oggi Sorrento può rinascere ai suoi antichi splendori se si cambia mentalità, se si ha attenzione e rispetto per il paesaggio, la storia, la cultura, i cammini per le vie di mezzo, se si torna alla terra, se si cura il mare, eliminando scarichi abusivi, si curano i pregevoli valloni, si riscopre l'archeologia, (ovunque emergono resti di ville imperiali), si eliminano le plastiche, si attua una buona raccolta dei rifiuti e un loro riciclo, si piantano alberi e si evita di abbattere quelli storici.... si valorizza un animo green.

Ci vuole una visione comune a tutta la penisola, un concerto che sia armonia di intenti, tutti verso la stessa direzione. I turisti in ogni altro luogo del mondo civile usano mezzi ecologici elettrici, bici, monopattini, trasporto elettrico pubblico... solo qui trovano traffico, auto, inquinamento dell'aria ed acustico. Moto che sfrecciano superando i decibel permessi, aliscafi e traghetti che emanano fumi neri e nessuno sanziona e nessuno controlla. 

E che tutti i sindaci della penisola pretendano una circumvesuviana degna di trasporto pubblico e non da deportazione quale è  attualmente... e che tutti i sindaci pretendano una sanità che sia vicina ai cittadini con una capillare efficiente medicina di base e non l'opera faraonica da spreco solito di denaro pubblico e perseveranza dei soliti asfittici clientelismi.

Se non si ha una visione green non si guarda al futuro, ma ad un presente ormai asfittico.

È così che vogliamo la nostra Sorrento???

Angela Ansalone