28.2.22

NapoliNegra, il libro di Vincenzo Sbrizzi - presentazione 4 marzo ore 18:00 IoCiSto - l'autore dialogherà con l'Assessore Luca Trapanese, Carmine Maturo e Mara Fortuna

Si terrà venerdì 4 marzo 2022 alle 18:00, nella saletta Giancarlo Siani della libreria “Io ci sto”, la presentazione di Napolinegra, libro di Vincenzo Sbrizzi edito da Iod Edizioni con prefazione di Isaia Sales. L'incontro è organizzato da Green Italia Campania e vedrà la partecipazione dell'assessore alle politiche sociali del Comune di Napoli, Luca Trapanese. A dialogare con l'autore sarà Carmine Maturo, co-portavoce nazionale Green Italia e Mara Fortuna di IoCiSto.



«Presentare il libro nella sala dedicata a Siani è per me motivo di grande orgoglio ed emozione. Per un giornalista cresciuto a Torre Annunziata, Giancarlo non può che essere un punto di riferimento imprescindibile per le sue capacità professionali e il suo impegno sociale. Inoltre Napolinegra fa parte della collana “Cronisti scalzi” che la Iod Edizioni ha voluto dedicare alla sua memoria raccogliendo i testi che utilizzano il suo metodo per raccontare la realtà». Queste le parole dell'autore, insignito nel 2020 proprio del premio Giancarlo Siani per la ricerca “Torre Annunziata: tra camorra e deindustrializzazione”. A fargli eco è l'organizzatore dell'evento Carmine Maturo. «Ha ragione Vincenzo Sbrizzi, Napoli è Negra perché è accogliente e multietcnica, lo dimostra il fatto che i napoletani hanno elevato a simbolo della rinascita della propria città un dio africano: il dio Nilo. Sbrizzi – conclude Maturo - nel suo libro lo racconta bene descrivendo l’accoglienza dei napoletani e il rapporto affettivo che i migranti sviluppano con i vari quartieri popolari della città

». 

SINOSSI

Venticinque storie di persone che hanno dovuto affrontare il mare per mettere in salvo la propria vita. Persone rapite e vendute come schiavi nel deserto. Persone che hanno visto la morte appropriarsi di tutto intorno a loro. Storie vere di migranti intervistati dall'autore che in comune hanno il viaggio e la sofferenza ma anche la voglia di prendersi il futuro che hanno sempre sognato. Come Adam che è partito a 14 anni dal Mali per diplomarsi a 25 anni in Italia o come Justina che si è salvata dalla prostituzione grazie a Chris conosciuto in Libia. Come Paboy che ha rimosso completamente le settimane di tortura in Libia o come Rachelle che lì ha perso l'amore della sua vita. Come Saeid arrivato in Italia in un container o come Fata che ha visto un suo amico scomparire nella sabbia. Come Abrar picchiato a sangue tra le strade di Napoli o come Bechir che ha rischiato di morire per un problema cerebrale in attesa dei documenti. E poi le torture subite da Kebe', da Dimitri, da Abdul o le angherie della burocrazia che i decreti sicurezza hanno alimentato. Venticinque storie di persone che vivono tutti la loro nuova vita a Napoli, città “irregolare” come loro e forse per questo l'unica capace di dargli un po' di accoglienza.

L'AUTORE 

Vincenzo Sbrizzi è un giornalista professionista di Torre Annunziata (Napoli). Nato nel 1984, è laureato in Scienze della comunicazione all'Università degli studi Suor Orsola Benincasa con una tesi in Storia delle mafie, relatore Isaia Sales. Ha frequentato un master in Marketing e comunicazione digitale alla Business school de “Il Sole 24 ore” e masterclass di social media e copywriting al “The Guardian” di Londra. Ha lavorato per Striscia la notizia, Fanpage, Il Mattino, Roma, Optima Italia e attualmente lavora per Napolitoday e Today del gruppo Citynews. Ha pubblicato insieme a Simona Melorio, per Editoriale Scientifica, il saggio “Torre Annunziata: tra camorra e deindustrializzazione” con cui ha vinto il Premio Giancarlo Siani 2020.

NOTA DELL’EDITORE

“Cronisti Scalzi” è la nuova collana della Iod edizioni che ha l’ambizione di raccogliere i racconti, le narrazioni e le storie di giovani cronisti delle periferie, dentro e fuori le mura delle nostre città, impegnati a resistere a un giornalismo che va sempre più adeguandosi al conformismo del pensiero dominante e ai poteri forti.  
Siamo convinti che oggi più che mai sia necessaria una nuova generazione di cronisti che sappiano vivere, con la mente e con il cuore, i quartieri, i vicoli e le piazze delle periferie degradate, per raccontare con passione i fatti e i volti delle persone che ogni giorno si impegnano per costruire nel loro piccolo una chiara e consapevole alternativa al degrado sociale e allo strapotere dei clan della camorra.  
Vogliamo dare, così, spazio, insieme ad autorevoli voci del giornalismo d’inchiesta, a quei giovani giornalisti precari, che continuano a essere presenti sul posto, a piedi scalzi, e che conservano la memoria, lo stile e il metodo di Giancarlo Siani,  giornalista precario, ucciso dalla camorra la sera del 23 settembre del 1985,  e definito  da Erri De Luca «cronista scalzo».
«Negli anni Settanta» racconta lo scrittore e intellettuale a noi caro, «ci piacevano della Cina i medici scalzi che andavano nei villaggi a tentare la prevenzione delle malattie. Giancarlo era un giornalista scalzo, non aspettava le notizie per riportarle, ma cercava il meccanismo sanguinoso che le produceva. Erano gli anni dell’arrembaggio, il terremoto aveva raso al suolo la decenza, tutto era lecito per arricchirsi, la vita valeva uno sputo. La malavita si spartiva nel sangue i centimetri dei marciapiedi, sulla città piovevano miliardi ma non riuscivano a toccare terra, tutti intercettati a mezz’aria. Giancarlo conosceva Torre Annunziata, che non è cognome e nome di una signorina ma comune vesuviano digradante sul golfo e degradato mattatoio di morti ammazzati per quasi niente. Giancarlo lì aveva amici e raccoglieva notizie fresche di cose sempre più sporche. Si procurava facilmente la simpatia e la stima, aveva modi semplici per natura e un garbo frutto di educazione familiare. Riusciva a fare conversazione con chiunque in pochi minuti, ma senza fare l’amicone, con misura invece e a bassa voce. Queste doti facevano coppia con un coraggio fisico naturale».


27.2.22

Tra pochi giorni si svolgeranno le elezioni della Città metropolitana di Napoli. Chi vota? Chi viene eletto? Cosa si deciderà? A pochi è consentito sapere...

Carmine Maturo
European climate pact ambassador Italy

Enzo Russo
Architetto Urbanista

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Tra pochi giorni si svolgeranno le elezioni della Città metropolitana di Napoli.

Per le loro caratteristiche di elezioni di 2° livello, cioè non con il voto diretto dei cittadini ma dei rappresentanti eletti nei consigli comunali, i cittadini non vengono nè presi in considerazione ne' vengono coinvolti e nemmeno informati sui programmi e sulle motivazioni che spingono consiglieri comunali e sindaci a candidarsi.

A molti sfugge la forte rilevanza di questa fase, evidentemente motivata dalla scarsa conoscenza che si ha delle funzioni della “Città Metropolitana”, Ente sovracomunale che deve decidere il futuro del nostro territorio, quello dei 92 comuni dell’ex provincia che, oltre Napoli, include molte città di dimensioni medie con oltre 50.000,00 abitanti, come Pozzuoli, Casoria, Casalnuovo, Torre del Greco, Castellammare di Stabia, Marano, Acerra, Portici, Afragola e tante altre.

L'Ente Città Metropolitana a breve dovrà decidere il futuro di un'area molto vasta, attraverso strumenti di pianificazione di estrema importanza, come il PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile), e il Piano Territoriale in sostituzione del PTCP.

In entrambi i casi dovranno essere individuate scelte che disegneranno il modello di città metropolitana che si intende realizzare nei prossimi decenni e poter concretizzare la visione strategica per trasformare un pulviscolo di comunità in una grande realtà di livello europeo.

Ma alla base di questo processo dovrebbe esserci un’idea strategica di quali obiettivi si intendono perseguire come ad esempio:

1. Con una prospettiva napolicentrica o con una visione policentrica articolata su aree omogenee?

2. Con quali soluzioni da proporre per prevenire gli effetti potenziali dei rischi vulcanici del Vesuvio e del bradisismo dei campi Flegrei?

3. Con quale visione del rapporto tra terra e mare, e quale fruizione di questo bene da parte dei cittadini?

Molti temi importantissimi sui quali si dovrebbero rendere i cittadini protagonisti del cambiamento e attrarre l’attenzione di tutti, stampa, organi politici, associazioni, opinione pubblica, forze sindacali, forze produttive.

E invece c'è un assordante silenzio su questi temi, e con la stampa solo attenta alla formazione di cordate elettorali spurie che non si interfacciano con i propri elettori e delle quali nemmeno si conoscono programmi, visioni e intenzioni.

Sarebbe auspicabile e, soprattutto democratico, che le componenti che si presenteranno al voto, esprimano pubblicamente il loro programma e quali siano gli obiettivi che esse si prefigurano.

Le forze civico/ecologiste del territorio si dovrebbero attivare per costituire un Osservatorio finalizzato al monitoraggio dei progetti  che si stanno già avviando col fine di verificarne l'efficacia e la coerenza con gli obiettivi individuati nell’ambito delle missioni del PNRR e dei finanziamenti in genere.

Se vogliamo che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sia veramente una grande opportunità di trasformazione della nostra area metropolitana abbiamo il dovere di contribuire, ognuno per la propria parte, attivamente affinchè  vi sia partecipazione e sinergia tra le associazioni di categoria, la società civile, formazioni sindacali, il mondo dell'associazionismo civico e ambientalista e gli enti ai diversi livelli istituzionali.

17.2.22

Carmine Maturo nominato ambasciatore del Patto europeo per il clima

 Green Italia Campania, ha il piacere di comunicare che la candidatura del nostro co-portavoce nazionale e regionale Carmine Maturo  è stata accolta dalla Commissione Europea, Direzione Generale per l’Azione per il Clima (DG CLIMA), che lo ha nominato ambasciatore del Patto europeo per il clima, a titolo personale.

Carmine Maturo

Il Patto europeo per il clima è un’iniziativa della Commissione europea.

Gli ambasciatori del Patto europeo per il clima sono persone che agiscono a titolo personale o a titolo professionale rappresentando la propria organizzazione, e non per conto della Commissione Europea.

Gli ambasciatori si impegnano a informare, ispirare e sostenere l’azione per il clima nelle loro comunità e reti in contributo al Patto europeo per il clima.
Adesso, e per i prossimi 12 mesi, avremo uno strumento in piú per poter continuare a fare quello che abbiamo sempre fatto, probabilmente con più efficacia e stando in rete con tanti altri ambasciatori del Patto europeo per il clima” ha così commentato la notizia
Carmine Maturo”