Tale scelta è decisamente opposta alle politiche di mobilità che da anni sono attuate in molte città europee e che mirano a ridurre i parcheggi nelle aree centrali a favore del potenziamento del trasporto pubblico.
Tra l’altro lo dimostrano gli stessi dati, così cari all’assessore Cosenza, dai quali deriva l’inutilità di un intervento fortemente impattante che non risolve il problema ma diviene esso stesso parte del problema del traffico.
Si ricorda che durante gli eventi dell’America’s Cup, per molti giorni oltre 500.000 persone raggiunsero via Caracciolo con il trasporto pubblico, sulla base di un dettagliato piano di mobilità articolato su parcheggi di scambio esterni (Frullone, Scampia, Centro direzionale etc) e potenziamento del servizio di trasporto pubblico su ferro e su gomma.
Da tale esperienza derivò il Piano Particolareggiato della ZTL del Mare, con il quale per circa due anni il lungomare pedonale Caracciolo/Partenope è stato accessibile, da Mergellina a via Nazario Sauro, con dispositivi di traffico che utilizzavano la Riviera di Chiaia in doppio senso e le parallele a via Caracciolo (via Gramsci, via Piedigrotta, via Giordani), utilizzando tra l’altro viale Dohrn e le aree portuali come parcheggio.
Tale dispositivo è stato sospeso solo a causa del crollo dell’edificio della Riviera di Chiaia il 4.3.2013.
Con la soluzione proposta da Cosenza di un parcheggio di medie dimensioni (300 posti), tenuto conto della sosta lunga che non consentirebbe un accettabile turn over, il numero aggiuntivo sarebbe appena di circa 2000 persone, a fronte delle centinaia di migliaia che nel periodo 2012-2013, con la ZTL del mare, raggiungevano il lungomare.
Ne vale la pena? Non è preferibile invece ripristinare il Piano Particolareggiato della ZTL del Mare, tenuto conto che sino al crollo dell’edificio alla Riviera aveva funzionato benissimo, con grande soddisfazione per i cittadini napoletani e fattore principale del rilancio del turismo dopo la crisi di immagine dovuta ai rifiuti?
co-portavoce Green Italia