25.10.24

Il Forum del Turismo Sostenibile a San Domenico Maggiore

Il Forum sul Turismo Sostenibile, tenutosi il 24 ottobre presso l'aula San Tommaso in San Domenico Maggiore nell'ambito della "Settimana della Sostenibilitá" promossa da AltriMondiNews, ha riunito cittadini, esperti e operatori del settore per riflettere sulle implicazioni dell’industria turistica per la città di Napoli. L'evento ha messo in evidenza le posizioni contrastanti dei napoletani: da una parte, il turismo ha creato occupazione e portato una riduzione della criminalità; dall'altra, ha trasformato Napoli in una sorta di “sagra paesana” perdendo parte della sua identità culturale.

Molti politici e amministratori sostengono che Napoli potrebbe vivere unicamente di turismo, mentre al Forum si é espresso preoccupazione che la città rischi invece di "morire di turismo". Il Forum ha ricordato che durante la pandemia, le attività legate al turismo si sono bruscamente fermate, dimostrando la fragilità di un’economia fortemente dipendente da un singolo settore. Situazioni imprevedibili come guerre, terremoti, alluvioni o altri disastri naturali potrebbero mettere in ginocchio il settore, e pertanto, il turismo non dovrebbe essere visto come il pilastro economico di Napoli, ma piuttosto come un valore aggiunto.
Si prevede che nel prossimo futuro Napoli potrebbe accogliere fino a 18 milioni di visitatori, sollevando interrogativi sulla capacità della città di sostenere una tale pressione antropica. Gli effetti dell'espansione dei bed & breakfast e dell'aumento del costo della vita si fanno sentire, con un numero crescente di residenti costretti ad abbandonare il centro storico, un intervento in particolare ha ricordato 10mila sfratti per finita locazione.
Al centro del dibattito è emersa la questione di un'assenza di piano strategico per il turismo a Napoli,
con interrogativi sugli obiettivi a lungo termine per garantire una crescita sostenibile e inclusiva. La discussione ha anche toccato il tema della tassa di soggiorno: i partecipanti hanno sottolineato che, essendo una tassa di scopo, non dovrebbe finanziare la promozione turistica ma garantire la vivibilità dei residenti.
Un’altra riflessione è stata dedicata alla reputazione del brand Napoli. Attualmente, l’immagine della città sembra legata al “food porn” e a fenomeni di “turismo trash”, che attraggono turisti interessati più al folklore superficiale che alla reale essenza culturale della città. È emersa dunque l’urgenza di promuovere una nuova narrazione, in grado di attrarre un turismo più rispettoso e consapevole.

In conclusione, i partecipanti hanno evidenziato l’importanza di implementare politiche concrete per rendere il turismo davvero sostenibile. Tuttavia, è stato sottolineato che la sostenibilità è raggiungibile solo attraverso un processo partecipativo, che coinvolga attivamente e allo stesso tavolo la comunità locale, gli operatori del settore, e le istituzioni.


Il Forum ha deciso di riconvocarsi e di restare in rete.

Carmine Maturo

30.9.24

Napoli e il turismo: parliamone

Il turismo a Napoli ha sempre rappresentato una risorsa fondamentale per l'economia locale, ma, come spesso accade, il troppo può storpiare. L'afflusso massiccio di visitatori, infatti, ha portato a una crescita incontrollata della popolazione temporanea, mettendo a dura prova i servizi destinati ai residenti. La mobilità è diventata un problema sempre più serio, mentre la gestione dei rifiuti ha mostrato evidenti segni di cedimento molto piú di prima. Con l'aumento dei turisti, la qualità dei servizi per i napoletani è scesa, creando un ambiente di vita meno sostenibile in quanto il numero dei fruitori aumenta (residenti piú turisti) e i servizi giá insufficienti devono sopperire alle esigenze di una popolazione piú numerosa.

Un altro aspetto preoccupante è l'abbandono forzato del Centro Storico da parte dei residenti. Molti abitanti sono costretti a lasciare le loro case poiché i contratti di affitto non vengono rinnovati e le abitazioni si trasformano in B&B. Questo fenomeno ha innalzato i costi della vita, rendendolo inaccessibile economicamente per chi ha sempre vissuto lì.

L'overtourism non è un fenomeno che si è manifestato casualmente; è il risultato di una gestione insufficiente e di una mancanza di visione da parte dell'amministrazione comunale. È evidente che le politiche adottate non hanno saputo controllare questa ondata di visitatori, né hanno cercato di bilanciare le esigenze dei residenti con quelle del turismo, inoltre il concetto di sostenibilitá turistica non é nelle teste di funzionari, dirigenti e politici: ancora si esulta se il numero di turisti aumenta.

In questo contesto, la presenza dell'aeroporto di Capodichino diventa un ulteriore fattore di disagio. L'inquinamento acustico e atmosferico rappresenta una vera minaccia per la qualità della vita dei cittadini. La valorizzazione dell'aeroporto, sebbene possa apparire vantaggiosa per la cittá, è in realtà un affronto per chi vive sotto il suo sorvolo quotidiano. È necessario avviare un serio dibattito sulla delocalizzazione dell'aeroporto, come suggerito da De Lucia nel "vecchio" piano regolatore, per garantire un futuro più sostenibile per Napoli.

Infine, la nostra identità culturale è a rischio. Invece di puntare su una fruizione turistica esclusivamente folkloristica, è fondamentale valorizzare il paesaggio e i siti culturali, riservando priorità di accesso ai residenti. Solo così potremo preservare la bellezza di Napoli e garantire che le sue tradizioni e la sua cultura non svaniscano nel caos dell'overtourism.

Napoli ha bisogno di un equilibrio: il turismo deve essere un'opportunità, non una minaccia. È tempo di riflettere e agire per garantire un futuro sostenibile e vivibile per tutti.


Carmine Maturo

21.8.24

La Venere degli Stracci a Napoli: arte o ostacolo alla creatività?

L’arte contemporanea è spesso uno specchio del nostro tempo, riflettendo le tensioni, le contraddizioni e i paradossi della società in cui viviamo. Un esempio emblematico di questo fenomeno è rappresentato recentemente dalla "Venere degli Stracci" di Michelangelo Pistoletto, un’opera che ha generato a Napoli un forte dibattito politico, culturale e sociale.

L'installazione originale, risalente al 1967, è una provocazione: una scultura che rappresenta la bellezza classica, incarnata dalla Venere, affiancata da una montagna di stracci, simbolo del consumismo e della società dell'usa e getta. Questa commistione tra il sublime e il quotidiano, tra il perenne e l’effimero, ha dato vita a un’opera potente, in grado di dialogare con il presente.


Tuttavia, la versione installata a Napoli il 28 giugno 2023 in Piazza Municipio, poi distrutta da un incendio il 12 luglio dello stesso anno, non è l'originale, bensì un duplicato. Anzi, più che un semplice duplicato di una dimensione gigantesca adatta alla piazza, è una sorta di simulacro della versione originale, un’opera scenografica, priva della densità materica e concettuale del modello del 1967. Il disallestimento e lo spostamento stanno nuovamente alimentando polemiche, in particolare in merito alla decisione di collocare l’opera nella Chiesa di San Severo al Pendino.

Non si intende qui entrare nel merito della qualità o dell'importanza dell’opera di Pistoletto: queste riflessioni si lasciano a storici e critici d'arte. La questione riguarda piuttosto la scelta del luogo di nuova installazione e la potenziale sovrapposizione tra un’opera d’arte e uno spazio che, fino ad ora, ha rappresentato una possibilità di espressione per le realtà culturali locali

Certo, spesso si assisteva a esposizioni di assai discutibile qualità, ed è per questo che ci saremmo aspettati non un singolo delegato per l'arte a Napoli, ma un’équipe, una commissione di esperti d'arte e rappresentanti di associazioni, magari presieduta da un assessore alla cultura, un lavoro partecipato per valorizzare la creatività napoletana e offrirle lo spazio dovuto.

La domanda che emerge, dunque, è se valga davvero la pena sacrificare uno spazio così importante per la creatività locale per ospitare la riproposizione di un'opera progettata per una grande Piazza che, seppur simbolica, non ha quel legame intimo e profondo con il tessuto culturale della città. Inoltre se la riproposizione dell'opera fuori scala poteva trovare giustificazione nel suo rapporto con la ormai desolata grandezza di piazza Municipio, mi chiedo come può trovare senso in uno spazio architettonico ottocentesco ben definito?

Napoli è una città dalle mille voci, dalle mille anime, e la sua ricchezza culturale risiede proprio nella capacità di dare spazio a tutte queste espressioni. Riempire la Chiesa di San Severo al Pendino con un’opera tanto iconica quanto ingombrante potrebbe soffocare quell'energia creativa che ha fatto di questo spazio un punto di riferimento per tanti artisti e associazioni.

In un contesto come quello napoletano, dove la cultura autoprodotta è spesso l'unica via di espressione per molti, il rischio è che la Venere degli Stracci diventi non solo una semplice installazione, ma un simbolo di un certo tipo di imposizione culturale, dove la monumentalità e la risonanza di un’opera internazionale rischiano di mettere in ombra la vitalità culturale locale.

Per concludere, ricordo che le tante altre installazioni di successo a Napoli, dalla Montagna di Sale in poi, sono state a "tempo determinato". Diciamolo: per i napoletani, anche per la Venere il tempo è scaduto.


Carmine Maturo
Sustainability cultural manager

13.7.24

Ogni goccia è importante: la battaglia per la rinascita delle Terme di Stabia

"Ogni goccia è importante", uno slogan che restituisce a ciascuno la responsabilità della partecipazione; ognuno può dare il proprio contributo al raggiungimento di un risultato. Questa metafora, in tempo di siccità, va letta anche in senso letterale: l’acqua è indispensabile alla Vita quanto l’aria e ogni goccia persa è uno spreco imperdonabile. 

Emblematico è il caso di Castellammare di Stabia, “Città delle acque” da quando i Borbone nel XIX secolo istituirono le Terme Stabiane, edificando un interessante edificio neoclassico con inserti eclettici intorno alle variegate sorgenti che affioravano ai piedi della montagna, a pochi metri dal mare (verso il quale le acque corrono) e dal Cantiere Navale che già distingueva la Città. Un dono che portò la cittadina a sud di Napoli al centro delle cronache turistiche e mondane grazie alle numerose attività culturali che allietavano i fruitori termali, autoctoni e forestieri che accorrevano da ogni angolo d’Italia e del mondo per curare acciacchi e malattie tra i più disparati, dando lavoro a uomini e donne. 

Un’attività che nel secondo dopoguerra fu assunta dai politici locali come ammortizzatore sociale e bacino elettorale che esprimeva deputati e senatori tra i più votati e potenti d’Italia. Fu così che agli inizi degli anni ‘60 del ‘900 lo stabilimento borbonico risultò insufficiente e si individuò un’area collinare, detta Solaro, per edificare un secondo modernissimo stabilimento termale, al quale le acque arrivavano invertendo la rotta con un complesso sistema di pompe. Fin da subito gli stabiesi, che grazie ad un legato testamentario bevevano liberamente le acque, capirono che l’allungamento del percorso indeboliva le proprietà terapeutiche delle fonti. Di fatto le acque minerali e termali, che - nel conteggio operato nel tempo - hanno raggiunto il numero di 28 sorgenti, andavano a completare il quadro di un’area territoriale ricca di acqua, dal Mar Tirreno, al fiume Sarno alle cascate che versano copiose nei Boschi di Quisisana e sul Monte Faito. Sembra quasi che tutte le sorgenti del Pianeta confluiscano verso la Stabiae romana. Se così è, allora le acque di Castellammare sono di tutta l’Umanità e gli stabiesi ne sarebbero solo gli ultimi custodi. 

In base a questo criterio scientifico le 28 sorgenti stabiane sono da anni proprietà della Regione Campania. Ma da ormai 10 anni le Terme Stabiane sono chiuse al pubblico, finite in un vorticoso fallimento da 50 milioni di euro che ha coinvolto le due società che gestivano separatamente l’attività e i beni attraverso i quali si espletavano i servizi al pubblico. Un fallimento che ha travolto tanti lavoratori che, nel tentativo di aiutare a risollevare le sorti dell’azienda, si erano impegnati negli ultimi mesi a offrire la propria opera senza remunerazione. Da allora un baratro sembra abbia inghiottito la vocazione termale stabiese. Il silenzio è calato sul patrimonio ambientale che intanto versa a mare senza freni né progettualità per il futuro. 

Da circa due anni un gruppo di stabiesi ha deciso di riportare l’attenzione sul patrimonio, sulla storia locale di cui è stato protagonista, ma soprattutto sul futuro che questo bene può significare per tutto il territorio afferente. Una parte di questi stabiesi, dopo aver messo in campo attività sociali, politiche, ed educative, ha progettato un’azione che punta a coinvolgere la più ampia fetta di popolazione del territorio, convinti che la sorte del patrimonio idrico e delle sue potenzialità terapeutiche e imprenditoriali debba essere affidato all’impegno di tutti, così come sancisce il principio di sussidiarietà promosso dall’articolo 118 della Costituzione Italiana. Il 12 maggio 2024 si è avviato il processo per l’Istituzione della Fondazione di Partecipazione Parco delle Acque di Stabia che subito ha messo in campo idee e attività per portare politici e cittadini di ogni età alla riscoperta delle acque stabiane. 

La manifestazione più recente, la "Passeggiata delle Fonti", ha visto in una caldissima mattinata di giugno più di 40 persone a seguire l’idrogeologo Marco Cesario in una lezione e in un’escursione alla scoperta di due fonti, l’Acqua ferrata detta “del mulino” - che sorge nei sotterranei della Chiesa dello Spirito Santo - e la fonte Visanola che versa nel porto del Centro Antico una quantità d’acqua abnorme, un vero lusso in questo tempo di scarsità. 

Un passo dopo l’altro i 70 fondatori vogliono diventare 1000 e 10000 perché l’acqua di cui si sentono responsabili non vada persa mai più. Una missione alla quale ogni cittadino stabiese e oltre può partecipare e contribuire, perché la responsabilità di un patrimonio vitale quale quello delle 28 sorgenti stabiane sia sotto l’attenzione di tutti coloro che ne hanno diritto, perché i politici hanno bisogno del supporto di competenze e volontà della cittadinanza consapevole. Perché “Ogni goccia è importante”. 

Olimpia De Simone


21.6.24

Ennesimo incendio ai Camaldoli: qualche riflessione

Ennesimo incendio ai Camaldoli, forse il più grave degli ultimi decenni, nella riserva integrale del Parco Regionale Metropolitano delle Colline di Napoli.

Nella giornata di oggi dopo  il lento spegnimento del lato di Soccavo (le ceneri conservano ancora fuoco potenziale) si è aperto anche il fronte di Pianura.

Va detto da subito che a  memoria anche di chi scrive si sono visti tanti di incendi dolosi, soprattutto sul versante di Soccavo, ma di sicuro nessuno ha mai lambito con tanta forza la cresta della collina.

Il danno è enorme. Ad incendio spento il paesaggio che resta è desolante, piante ed animali uccisi ed un rischio serissimo per le abitazioni oltre al convento. Soccorsi attivi molto in ritardo per ragioni ancora da comprendere appieno, ma sembra per la mancanza, nella fase iniziale, di disponibilità di una figura fondamentale tra i vigili del fuoco per il primo controllo e problemi per una presenza di cavi di alta tensione su cui l'acqua non poteva arrivare senza isolarli.

Comunque una disattenzione sull'investimento in prevenzione è figlia della concausa principale di questa offesa alla Natura in questo prezioso territorio, al netto della responsabilità di chi ha fatto il danno materiale.

In questi ultimi anni, circa quindici, è stato distrutto tutto il lavoro faticoso e certamente ancora in salita che era stato messo su nel primo decennio di questo secolo per tutelare questo territorio sensibile. 

Con l'istituzione del Parco Metropolitano regionale delle Colline di Napoli, del quale la Collina dei Camaldoli è la Riserva integrale (quella più da tutelare) per la presenza anche di un sito S.I.C. e Z.P.S., si portava a compimento un'idea illuminata di decenni antecedente per la tutela e la valorizzazione della Gronda Verde della citta uno spazio di oltre 2.200 ettari, quasi un terzo della Città di Napoli fondamentale per le compensazioni ecologiche tanto piu in questa fase di consapevolezza dei danni causati dal cambiamento climatico.

Questo strumento di tutela e gestione, istituito dando seguito ad una bella e lunga storia e visioni  nel 2004 (oggi cade il ventennale), seguiva una strada sicuramente piena di ostacoli; gli abusi i sotterramenti e gli incendi c'erano stati ed in parte continuavano anche in quella fase.  Ma in quella fase iniziale le idee erano chiare, come la volontà  di invertire la rotta e curare definitivamente tutta questa bellezza.

Ora cosa resta, dopo oltre quindici anni dal cambio di quella prima gestione illuminata e sostenuta da Regione e Comune? Solo abbandono. 

Per  meglio comprendere  la natura del disastro e del lassismo che è seguito  andate a vedere la vicenda dell'ambito della Selva di Chiaiano/Cupa Fragolara sul sito del Comune di Napoli sull'altro versante ...un PUA attuativo con fondi prima allocati e poi rimandati indietro alla Comunità Europea.

Qualche amico è cresciuto elettoralmente sull'assurda vicenda della spazzatura e le battaglie conseguenti a Chiaiano. Infatti sono molti i  nomi che poi hanno coperto e coprono ruoli di rilievo prima con De Magistris e poi  con Manfredi che non hanno  risolto nulla ma hanno  affossato nei fatti quell'idea innovativa di Parco Metropolitano e la legge annessa (la 17 del 2023), ovviamente con l'apporto ancora più disastroso del disinteresse sostanziale delle giunte Caldoro e De Luca sull'Ente formalmente titolare.

Credo sia venuto il tempo di fare i conti reali con questa vicenda in modo onesto e chiaro.

Va detto che ovviamente l'attuale  gestione del Parco tenta di fare il possibile ma è decisamente un'altra storia rispetto a quella della  stagione fondativa. 

C'e' da scommettere purtroppo che dopo questi quindici anni solo pochi sappiano che l'incendio ha lambito la riserva integrale di un Parco regionale e zone di particolare tutela (Sic e Zps). 


Questa perdita di memoria è la conseguenza  diretta del processo di dismissione della bella storia delle tutele regionali e nazionali degli anni '80 e '90  che purtroppo  non tocca solo questo Parco anche se in  questo caso assume livelli particolarmente disastrosi dato il profondo valore di compensazione ecologica per tutta la Città Metropolitana di Napoli

In chiusura riporto parte del grido di dolore di Leonardo Dell'Annunziata per questa ennesima offesa alla collina che per poco non distruggeva grazie anche all'azione di difesa  dei volontari la meravigliosa area botanica didattica dell'associazione Agrifoglio da lui presieduta:

"SONO INDIGNATO!!! Sono indignato per la follia criminale che devasta ettari di macchia mediterranea per chissà quale stupida, recondita motivazione; vorrei incontrare quella mano che ha appiccato il fuoco e chiedergli perché? Sono indignato perché alle prime segnalazioni, ad ora di pranzo, sarebbero bastate un paio di secchiate di acqua ben assestate per evitare questa devastazione della collina. Sono indignato per l'incuria, l'inciviltà e il degrado che per vent'anni abbiamo provato a combattere per restituire un piccolo presidio di natura e di bellezza ad un angolo di questa contraddittoria città. Sono indignato per i funzionari, i dirigenti, gli amministratori ignavi che abbiamo inseguito per anni e che perpetuano nel loro piccolo cabotaggio per difendere e scaldare la loro misera poltrona. Stanotte,vegliando quelle fiamme vi ho augurato che il calore di quelle poltrone diventi rovente come quello che ha incenerito, per l'ennesima volta, roverelle, lecci, castagni, lentischi,ferule, ginestre, cisti e tutto il brulicare di vita che vi abitava. Mi vergogno di continuare ad amare ancora così tanto una realtà così martoriata, abbandonata a se stessa e alla "banalità del male".


Guido Liotti

11.6.24

Napoli, Vomero: “Incantevole Parco”: dal 9 al 23 giugno, tre spettacoli sul fascino e il mistero delle streghe al Parco Minopoli (ex Gasometro)

Nel mese di giugno, il Parco Minopoli, al viale Raffaello nel cuore del Vomero, si trasformerà in un luogo magico, con la Rassegna teatrale "Incantevole Parco", tre spettacoli imperdibili sul tema di riti, credenze e misteri legati al culto delle streghe a cura di Gente Green Aps in collaborazione con WWF Napoli.

La rassegna ha preso il via il 9 giugno con “E’ tempo di Incantesimi” una performance teatrale in cui si evocano antichi rituali pagani, incantesimi e leggende tramandate dalle testimonianze delle ultime streghe italiane. Ispirato al libro “Il Vangelo delle Streghe” (1886) di Charles Godfrey Leland, lo spettacolo è una fusione di stili e linguaggi artistici che si alternano in scena per creare atmosfere magiche e suggestive, capaci di catturare l'attenzione e l'immaginazione degli spettatori. Un viaggio attraverso riti e antichi segreti custoditi nel corso dei secoli, per riscoprire la bellezza dei saperi trasmessi di generazione in generazione. A completare lo spettacolo, una lectio sui culti pagani e sul tema del femminile magico e curativo.

9 giugno, ore 18. Repliche il 14 e 20 giugno ore 18. Regia di Guido Liotti. Dialoghi originali di Cristiana Buccarelli. Canzoni di Giovanna Panza, Chitarra Edo Puccini, Arpa Gianluca Rovinello, con Roberto Cervone, Anna Ragucci, Luisa Fazzari, Nunzia Loffredo. Danza e aiuto regia Marta Michetti. Effetti sonori Valentina Di Francia.

La rassegna prosegue il 16 giugno con "Le streghe di San Giovanni", una visita guidata teatralizzata ispirata ai racconti del folklore campano sulla bocca di “demoni” e “santi”. Danze evocative e suggestivi spettacoli di fuoco, faranno rivivere antiche superstizioni e credenze popolari. Protagoniste saranno “le streghe”, donne depositarie di saggezza e saperi magici che metteranno in scena riti propiziatori in un’atmosfera ricca di mistero e magia, avvolgendo gli spettatori in un'esperienza unica e indimenticabile. 

16 giugno ore 18. A cura de “La Chiave di Artemysia” di Livia Berté, con Keara Barassi, coreografia Claudia Esposito e Luisa Leone. 

La rassegna si conclude il 23 giugno con "Tutto è impossibile", uno spettacolo che esplora il tema della magia attraverso un viaggio emozionante e coinvolgente. Performance originali di teatro, danza e musica daranno vita a un mondo incantato, trasportando gli spettatori in luoghi lontani e fantastici dove nulla è impossibile e tutto è possibile. 

23 giugno ore 18.Un progetto di e con Roberta Misticone e Titti Nuzzolese. A cura di Im/perfetta Teatro Spettacolo..

Per info e prenotazioni: 

whatsapp: 3914143578; E-Mail: losguardochetrasforma@gmail.comgentegreenaps@gmail.com

19.5.24

Consegnate le firme della proposta di legge della rete Rigenera. Un approccio nuovo alla questione urbanistica e ambientale

Nel pomeriggio di giovedi 16 maggio sono state consegnate ufficialmente al Consiglio Regionale della Campania le 13mila firme a sostegno della proposta di legge urbanistica regionale di iniziativa popolare della rete “Rigenera”, di cui si è parlato ampiamente su queste pagine. La consegna è avvenuta alla presenza di una nutrita delegazione di attivisti della Rete, che hanno lavorato intensamente in questi mesi in moltissime città della Campania per raggiungere l’obiettivo delle 10mila firme, che è stato largamente superato.

Non è mancato qualche momento di tensione durante la consegna, poiché i funzionari regionali presenti hanno vietato agli attivisti della Rete di mostrare i cartelli con il logo di Rigenera davanti alle telecamere del TG3 Campania, in quanto, a loro parere, questo poteva essere utilizzato a fini politici in violazione della normativa che regolamenta la campagna elettorale in corso per le Europee. Dopo una breve discussione, peraltro risolta “pacificamente” e con spirito collaborativo da entrambe le parti, si è comunque proceduto alla consegna dei plichi.

Come è noto, la proposta di legge, che è stata redatta da esperti di alto profilo in materia urbanistica ma si basa anche sulla partecipazione popolare ai processi decisionali, punta sulla lotta al cambiamento climatico, sul blocco del dissennato consumo di suolo (che ne amplifica gli effetti devastanti), sulla riconversione ecologica dell’agricoltura e su decisi investimenti nelle energie rinnovabili.

La proposta ha visto l’adesione anche di numerosi Consigli comunali e dovrà passare all’esame del Consiglio regionale entro i prossimi 90 giorni.

Ciò che va ancora una volta sottolineato è la straordinaria portata innovativa di questa iniziativa. 
La rete Rigenera non si è aggregata non su una base ideologica - come troppo spesso avveniva in passato - ma su un approccio scientifico alla questione urbanistica e su contenuti ben definiti, che sono quelli di un governo del territorio non più condizionato da interessi di parte e che non abbia come fine il profitto immediato, il cui prezzo viene poi pagato dall’ambiente e dalla salute dei cittadini.

La visione di prospettiva, che vuole creare uno sviluppo sano senza distruggere le risorse naturali e paesaggistiche, non ha messo insieme partiti politici ma tanti pezzi di società civile, associazioni ambientaliste grandi e piccole, sindacati, esponenti del mondo universitario, piccole imprese e reti civiche. Infine, last but non least, la passione civile che ha dato vita a questo movimento è agli antipodi della visione autocratica del potere rappresentata dall’attuale governo della Regione, che di fatto nega qualsiasi possibilità di confronto con la società civile, approvando in pochi minuti e senza discussione una legge che, per molti aspetti, potrebbe creare danni irreversibili a medio e lungo termine, accentuando la cementificazione e la devastazione ambientale di una regione come la Campania, già tanto martoriata dalla speculazione, dalla ingordigia e dal malaffare.


Sergio Frattini

4.5.24

Il gioco delle tre carte: la ferma opposizione delle trenta e più organizzazioni alla nuova Legge di governo del territorio in Campania

Non si può che condividere in pieno la posizione fortemente critica e senza ambiguità, contro il Disegno di Legge della Giunta De Luca in materia di Governo del territorio, espressa nei Comunicati stampa di Fillea e delle 30 maggiori associazioni e organizzazioni che operano in campo ambientale, sociale, culturale ed edile in Campania, mai tra loro così compatte e propositive.
E’ una grande novità: forse, ai margini del vecchio, autoreferenziale, pensiero di Vincenzo De Luca,  in Campania sta sorgendo qualcosa di veramente nuovo ed importante.
 

Oggetto dell’aspra polemica, che da queste parti si protrae ormai da mesi, il fermo contrasto alla nuova legge approvata l’altro giorno in Consiglio regionale.
Adottata in fretta e furia dalla Giunta, nel mese di giugno, senza ascolto e senza consultazioni preventive, qualche giorno fa è stata approvata a maggioranza dal Consiglio dopo un ulteriore, immotivato diniego del Presidente della IV Commissione, all’ennesima reiterata richiesta delle Associazioni di rallentare l’iter di approvazione per insediare, vista l’importanza, la complessità e l’urgenza delle questioni trattate, un serio e agile  Tavolo di confronto e collaborazione con la società civile.
Una richiesta negata sempre da De Luca, senza alcuna spiegazione. Eppure si trattava di una Legge che ha trasformato in modo sostanziale la precedente norma di Governo del territorio, la n. 16 del 2004, con l’obbiettivo dichiarato, ma poi di fatto non perseguito nel testo, di limitare il consumo di suolo per contribuire ad affrontare i cambiamenti climatici incombenti e le loro conseguenze.
 
E proprio la forte discordanza tra ciò che il Disegno di Legge si proponeva nei suoi primi articoli e i reali contenuti dell’articolato approvato, che induce il mondo ambientalista, agricolo, sindacale e della piccola imprenditoria a definire la nuova legge non più solo inadeguata e inefficace ma addirittura “pericolosa”. Da cancellare radicalmente, insomma. E anche in fretta.
  
“E' il classico gioco delle 3 carte. Si dichiara una cosa ma se ne fa un’altra”
 
Questa la dura accusa. Norme sbagliate, “vecchie”, che non affrontano nessuna delle vere, gravi urgenze ambientali, economiche e sociali della Campania e non solo
I loro contenuti rispondono, alla vecchia maniera, più ai desiderata dei grandi costruttori edili campani e nazionali - affiancati da una parte del mondo accademico - che non alla urgente necessità di fornire le risposte concrete che tutti attendono per affrontare i serissimi mutamenti intervenuti progressivamente nell’ultimo trentennio nelle dinamiche geoclimatiche, sociali ed economiche.
Il rischio ulteriore é che questa legge neo-liberista, elettorale, di parte, approvata ieri nientedimeno che in trenta lunghi minuti di discussione, possa contaminare nei prossimi mesi anche altre regioni, non solo del sud.
 
Le piccole imprese edili e quelle artigiane, che in Campania costituiscono più del 90% del totale dei fatturati e degli addetti, sono solidali col movimento di opposizione e schierate in prima fila con gli ambientalisti di Legambiente, WWF, FIAB, Italia Nostra, Rete NoBOX, Marevivo e tanti altri.
Ma il fronte del dissenso in questa vicenda è molto più esteso e articolato: sono fermamente contro anche la CNA costruzioni, la Lega Coop, la CIA, la Confagricoltura, la CGIL Campania e le sue componenti FILLEA, SPI, SUNIA e Nuove Rigenerazioni.
Non ultimi gli studenti dell’UDU il cui diritto costituzionale allo studio e alla casa è intaccato pesantemente dai processi di gentrificazione in corso, innescati dal forte rilancio turistico della metropoli partenopea e sempre più soggetti a gravi fenomeni di espulsione progressiva da un centro storico riconosciuto dall’UNESCO nella lista del  Patrimonio mondiale dell’umanità proprio per la sua permanente, unica, millenaria, preziosa commistione tra storia, architettura, tradizioni e presenza sociale, popolare e universitaria.
Purtroppo, è opinione di tanti che la Legge Discepolo inciderà in modo fortemente negativo sul territorio, sulle comunità, sull'economia, sul futuro di Napoli e delle città campane. Insomma, si tratta di una cosa seria. 

Un esempio concreto: sarà molto più difficile perseguire il recupero e la rigenerazione territoriale, urbana, socio-economica e culturale e di quei preziosi centri urbani della congestionata e squalificata cintura metropolitana a nord e ad est della città, già fortemente offesi dall’urbanizzazione incontrollata e indiscriminata dei decenni scorsi e ora particolarmente esposti perché saldati in una enorme conurbazione senza soluzione di continuità e quasi senza più identità e memoria. Mi riferisco, più precisamente, agli ex casali ottocenteschi ad alta specializzazione agricola e manifatturiera della capitale borbonica, nei quali il poco suolo ancora permeabile, (Casavatore ha il 92% di aree impermeabilizzate) intercluso tra vaste aree edificate uscite miracolosamente indenni dallo scriteriato assalto edilizio della fine del secolo, rischia ora di essere oggetto di interventi diretti, invasivi, scoordinati, senza un Piano nè un progetto urbano. Quale idea di città e di metropoli sottende tutto ciò?
 
Questa nuova legge Discepolo punta dichiaratamente a “semplificare la pianificazione” utilizzando disinvoltamente gli incentivi, affidandoli alla "moneta urbanistica”. Consentendo, ad esempio, nel caso di un’azione di demolizione e ricostruzione di immobili dismessi o degradati, una premialità del 35% di aumento di cubatura in più. Ma per alcuni casi anche fino al 50%.
Una legge che permetterà a centinaia di capannoni industriali di essere oggetto di abbattimento e ricostruzione per fini prevalentemente residenziali - in una città che ha perso negli ultimi 20 anni più di 300.000 abitanti - col recupero totale della volumetria. Ne deriva il conseguente aumento della superficie coperta e quindi, ovviamente, di consumo di suolo.
 
Ma, quello che è più grave, è che sarà una legge che non affronterà, in nessuno dei suoi articoli, la nostra vera urgenza, ovvero la non più prorogabile transizione ecologica, con nuove idee e nuove regole che facilitino e incentivino le azioni di contrasto e adattamento ai cambiamenti climatici. 
Una legge che, tra l’altro, ha rimandato molte delle principali decisioni di contenuto e operative a un successivo Regolamento d'attuazione e che, quindi ha riservato alle riunioni di Giunta questioni primarie sottraendole al dibattito in Consiglio e, quel che è più grave, alla partecipazione formale e sostanziale dei cittadini.
 
“Questo DdL non e' emendabile. Non sapremmo da dove iniziare…”
hanno continuato a ripetere fino all’ultimo giorno i partecipanti al fronte del dissenso.
E' da settembre che proponiamo all’assessore, al presidente della IV Commissione consiliare, pacatamente, positivamente, l’insediamento di un Tavolo di Lavoro con la partecipazione di esperti e di soggetti collettivi interessati, per discuterne. Per chiudere il testo insieme, presto e bene. Si poteva fare  anche in un solo mese.
Perché, sia ben chiaro a tutti, noi non siamo quelli del NO ideologico. Sull’esigenza di aggiornare urgentemente la L.R. 16, scritta nel lontanissimo 2004, e sulle premesse contenute nel DdL, eravamo tutti d’accordo.”
 
Ma ormai è evidente a tutti che l'accordo sui contenuti e gli obiettivi della legge non è di ieri: e' stato chiuso da mesi ascoltando, sin dai primi giorni, solo il settore delle  grandi costruzioni e, nell’ultima fase, le opposizioni di destra che nel voto si sono astenute. Relegando di fatto, invece, il confronto richiesto dal mondo sindacale, associativo, ambientalista, agricolo, e persino industriale, alle sole procedure di osservazioni in commissione urbanistica che prevedono solo la possibilità di esprimere inefficaci, singoli emendamenti.
 
Un diverso maxi emendamento alla Legge 16/04
A questo quadro, confuso e inadeguato, si contrappongono adesso due interessanti e innovative iniziative di protesta, ancora una volta costruttiva, del mondo sindacale e associativo:
a) Una profonda riscrittura, alternativa, dal basso, di modifica della 16/04 per  contrastare davvero il consumo di suolo, curata dai massimi esperti delle trenta associazioni che hanno deciso due mesi fa, provocatoriamente , di autoconvocarsi e di insediare, comunque, autonomamente  il Tavolo sulla legge negato, per produrre autonomamente e in tempi brevissimi, un testo alternativo.
Per dimostrare concretamente di essere quelli dei sì e dei presto, in contrasto alle false accuse di inconsistenza e astrattezza.
“Per una nuova e moderna legge di governo del territorio” questo il titolo del  testo ombra, che si dichiara palesemente e organicamente alternativo al maxi-emendamento. Un testo normativo elaborato puntando a rappresentare "una chiara e concreta proposta organica alternativa”, che sarà presentata pubblicamente a breve dopo un’ampia consultazione con Istituzioni e cittadini.
Insomma un atto tecnico-scientifico ma anche squisitamente Politico che viene offerto a tutta la Comunità campana.
 
b) Parallelamente è in corso di ultimazione la raccolta firme di adesione a una ulteriore Proposta di Legge popolare, complementare alla precedente, che ne integra la Visione ad altri settori, tesa in questo caso al contrasto integrato ai cambiamenti climatici e all’adattamento agli effetti degli stessi nei territori. 


Questa Proposta di Legge popolare, è stata elaborata e promossa negli scorsi mesi dal neonato Movimento Rigenera Campania - e vede la partecipazione di molti firmatari dell’altro documento - il quale, con l’aggregazione di altre piccole e grandi associazioni come Libera, ANPI o Slow Food, richiamando un articolo dello Statuto regionale ha mobilitato ormai decine di migliaia di cittadini su tutto il territorio regionale, in una prima fase per la scrittura e ora per la raccolta delle firme di adesione formale richiesta dallo Statuto.
La Proposta di legge di Rigenera Campania, ad oggi, ha già raccolto, in poco più di un mese e mezzo, quasi 9000 delle 10.000 firme certificate necessarie. Ma ha anche già raccolto il voto favorevole di ben 14 consigli comunali (altri si stanno via via aggiungendo), tra cui quello di Avellino, città capoluogo. Tutti fattori che, ai sensi dello Statuto regionale, renderanno obbligatoria la discussione delle due proposte popolari complementari tra loro e alternative al DdL De Luca, in Consiglio Regionale.
 
Concludendo:
al di là del brutto voto del Consiglio regionale dell’altro giorno, è in atto in Campania, fuori dalle stanze di governo, un grande processo democratico.
In fondo, si sta solo chiedendo da mesi alla Istituzione regionale un Tavolo di lavoro per partecipare, per risolvere insieme, Istituzioni e cittadini, problemi cruciali per i nostri territori e per il nostro futuro.
Per creare le regole giuste per Ri-generare le città e i territori, per predisporli a contrastare le cause e gli effetti dei cambiamenti climatici.
La domanda che sorge spontanea è: perché ciò sia stato fino all’ultimo negato.
 
Il fatto nuovo è che i cittadini si stanno rendendo conto che la PARTECIPAZIONE al giorno d’oggi NON E’ PIU’ SOLO UN DIRITTO, MA SOPRATTUTTO UN DOVERE.
E che il senso di tutto ciò sta nel grande entusiasmo che si legge negli occhi dei tanti giovani che stanno partecipando alla mobilitazione.
Loro vogliono provare a FARE qualcosa di concreto per bloccare, in tutti i modi, le conseguenze, ormai già visibili, dei cambiamenti climatici.
E, proprio per questo, non se ne fanno nulla, ma proprio nulla, di questa legge di De Luca.


Francesco Escalona
architetto ed urbanista
Presidente di Nuove Rigenerazioni Campania

23.4.24

Insula San Domenico per un turismo sostenibile: Maggio Botteghe Aperte

Napoli, 23 aprile 2024

Oggi presso il Caffè Letterario DOM Santi Bevitori è stato presentato il progetto "Insula San Domenico" per il turismo sostenibile e il programma delle iniziative a cura dell'Insula San Domenico: Maggio Botteghe Aperte. L'evento si è svolto con la partecipazione del presidente della Commissione Cultura e Turismo, Luigi Carbone, il Consigliere del Sindaco per il Patrimonio Culturale Diffuso, Francesca Amirante, l'Assessore alle Attività Produttive e Turismo della Municipalità 2, Lorenzo Iorio, la Preside dell'Istituto Casanova Mira Masillo, e Carmine Maturo, presidente dell'Associazione Gentle Green Events e portavoce dell'Insula San Domenico.

Le istituzioni presenti hanno accolto con favore l'iniziativa e offerto il loro supporto, mentre con la Municipalità 2 è in corso la stesura di un protocollo d'intesa per garantire una maggiore vivibilità nel quadrilatero dell'Insula, in particolare il Presidente Carbone ha sottolineato la concretezza del progetto “spesso la sostenibilità e l'identità sono solo parole, qui si respirano nelle botteghe e nelle iniziative”

L'Insula San Domenico Maggiore rappresenta un coordinamento di associazioni, artisti, artigiani e soggetti indipendenti che si sono uniti per promuovere un turismo sostenibile e responsabile nel cuore pulsante del Centro Antico della città, contrastando l'approccio superficiale e dannoso del turismo di massa.

Con 20 soggetti distribuiti nel suggestivo quadrilatero di vico San Domenico, Vicoletto San Domenico e Via Raimondo de Sangro, l'Insula mira a diffondere cultura, arte e sostenibilità attraverso una vasta gamma di attività artistiche, culturali e prodotti artigianali intrisi di identità e tradizione.

L'obiettivo primario è offrire un'esperienza turistica di qualità che sia rispettosa della vita locale e del Centro Storico, collaborando attivamente con l'Amministrazione Comunale per sviluppare un modello di turismo sostenibile.

Durante il mese di maggio, l'Insula San Domenico presenta una ricca serie di appuntamenti pensati per arricchire l'esperienza dei visitatori e coinvolgere la comunità locale. Laboratori artigianali, mostre d'arte, aperitivi, visite guidate e momenti di animazione per i più piccoli offriranno un'opportunità straordinaria di immergersi nella bellezza, nella cultura e nella tradizione di questo incantevole luogo e delle botteghe. 

Inoltre, l'Istituto Casanova con i suoi alunni e docenti contribuirà alla valorizzazione dell'Insula San Domenico attraverso un progetto speciale, documentando gli eventi e le attività per creare un video celebrativo che promuoverà la conservazione del patrimonio culturale e artistico.

Insula San Domenico: Maggio Botteghe Aperte è un'occasione unica per vivere un'esperienza autentica, contribuendo così alla creazione di un futuro turistico più sostenibile e inclusivo per l'intera città.


Calendario degli appuntamenti:

Tutto il mese di maggio
LAB25 - Via Raimondo de Sangro di Sansevero, 25
Esposizione di oggetti di ceramica e pelle con il tema dell'acqua come legame, dalle figure simboliche come pesci e sirene a personaggi come Colapesce e Pulcinella acquaiolo fino a giungere alle Mummare e mummarelle rappresentazione di citazioni dirette sulla storia vera della città di Napoli. La mostra, durante tutto il mese di maggio, offre una riflessione sulle connessioni tra materia e manualità.

Tutto il mese di maggio
Caffè letterario Dom Santi Bevitori - Vico san Domenico Maggiore, 16
Mostra di Mario Coppola: I monumenti di Napoli, Gioielli della Città.
A cura di Carmine Maturo
Offerta gastronomica di prodotti Bio e a Km 0 a colazione, a pranzo e a cena.
 
Tutti i w.e. di maggio
Vico San Domenico Maggiore, 2
Acqua, carta e colla, sono i materiali di Teresa Cervo.
L'artista vi accoglierà nella sua casa/studio, tra i suoi lavori per raccontarvi l'incanto e la fatica della
carta pesta. Info: wa 3200988670
 
sab 4, 18, 25 maggio e dom 05, 19, 26 maggio (h10-12)
Vico San Domenico Maggiore, 2
Open studio Studio Cervo
Info: wa 3887615368
 
Sabato 4 maggio
Tentakoli Vicoletto San Domenico Maggiore, 8
Il sabato che precede la prima domenica di Maggio avviene il primo prodigio della Liquefazione del sangue di San Gennaro. Per questa occasione Tentakoli ospita una piccola mostra fotografica di Raimondo Fiorenza, scatti d'autore attraverso i quali Tentakoli racconta com'è nata la serie esclusiva di gioielli in resina FACCIA GIALLA©, ispirata al Santo Patrono.
 
Sabato 4 maggio
La Biscotteria 3 Gufetti sul Comò - Vicoletto S. Domenico Maggiore, 2 ospiterà in Bottega alcuni
tra i propri fornitori: questi presenteranno la propria azienda e i propri prodotti illustrandone caratteristiche e fasi di produzione e proporranno, laddove possibile, una piccola degustazione.
Per prenotazioni ed informazioni cell. 3409937760
 
Sabato 4 maggio
DOM Santi Bevitori - Vico San Domenico Maggiore, 16
World Laughter Day, la Giornata Mondiale della Risata
A cura dell'Associazione Nazionale Yoga della Risata e Gentle Green Events
 
Giovedì 9 maggio
Interno Napoletano Vicoletto S. Domenico Maggiore, 3 -Presenterà nuovi modelli e colori della
Collezione Appendiabiti (torniture in legno) ormai un Icona del nostro spazio , e vi racconteremo
come sono nati , cosa ci ha ispirato nelle loro forme e Perché abbia deciso di colorarli a mano ..
Nello stesso giorno faremo un Aperitivo ore 19.00 con i vini di Cantina Giardino (Vini Naturali ) e
presenteremo due nuove collezione a sorpresa di Alcuni designer che collaborano con noi ormai da
lungo tempo.
 
Giovedi 9 maggio
kiphy saponi
Vico San Domenico Maggiore
Dimostrazione e partecipazione di creazione di saponi artigianali naturali e profumi artigianali.
Info - 0816583773
 
Sabato 11 maggio ore 11,00
Bibi Libreria dei Ragazzi in collaborazione con 3 gufetti sul comò - via Raimondo de Sangro di Sansevero, 6
Un amore immenso come loceano
Lettura con merenda destinato alle mamme e ai loro cuccioli
Contributo di partecipazione, prenotazione obbligatoria: Whatsapp 351 6747477
 
11 maggio 11,00 12,00
LAB25 - Via Raimondo de Sangro di Sansevero, 25
Laboratorio nel corso del quale si spiegheranno le caratteristiche storiche, culturali e artistiche dell'acqua Suffregna, dell'acquaiolo e dell' acquafrescaio e delle Mummarelle anche attraverso una dimostrazione pratica della loro lavorazione.
 
24/25/26 maggio ore 16:00
DOMA Basilica di San Domenico Maggiore
“Alla Fonte di San Domenico Maggiore
Visita Guidata Insula San Domenico e Complesso Monumentale.
Info e prenotazioni: wa 3338638997
 
16 maggio
Gek creations - Vicoletto S. Domenico Maggiore, 6
Dimostrazione della realizzazione di una borsa partendo dalla materia prima, la pelle, al prodotto finito mostrando i vari passaggi della lavorazione e la storia del laboratorio. Sarà possibile conoscere in anteprima alcuni dei modelli della collezione estiva.
Per info e prenotazione 3348377122
 
Venerdì 24 maggio
JIJILOVEMADE - Via Raimonde De Sangro, 10 - ore 18
Presentazione di due nuovi modelli che andranno ad arricchire la sua collezione di borse artigianali in tessuto e pellami. Sarà loccasione per conoscere e toccare con mano il concept e il processo creativo e produttivo che c’è dietro la creazione delle sue produzioni, che sono tutte dei pezzi unici realizzati qui in città.
 
Venerdì 24 maggio ore 19,30
DOM Santi Bevitori Wine&Thecity
Proposta di un nuovo aperitivo (anche vegetariano)
Vico San Domenico Maggiore, 16
ore 21,30

Sing 'O Swing - Whisky Duo
Un duo che omaggia lo Swing italiano in tutte le sue essenze: dalle "canzonette" degli anni Quaranta a "Whisky Facile" di Fred Buscaglione, in pieno stile dell'epoca.
Andrea Parente: chitarra & voce
Emanuele Palomba: clarinetto & sassofono

26.3.24

"Zona urbanizzata"? Ma ci faccia il piacere!

Quando la gente chiede in gran numero, con interesse e passione, di partecipare davvero a scelte fondamentali come quelle in itinere sul governo del territorio, coinvolgendo  le proprie forme associate, le Istituzioni debbono rallentare, ascoltare. Nel caso debbono modificare, anche sostanzialmente, il disegno, peraltro palesemente tracciato da pochi.

La nostra istituzione regionale, invece, cosa fa? Accelera.

La IV Commissione approva a maggioranza, con l'astensione delle destre e l'opposizione ferma dei 5S, norme urbanistiche concordate tra pochi.

Adesso salirà il livello della protesta e...PERDEREMO TEMPO PREZIOSO.

Spero davvero  che, nei prossimi giorni se ne rendano conto e correggano contenuti e atteggiamento: la crisi climatica non ci aspetta e non è proprio più il  tempo di consumare tempo, territorio, paesaggio e risorse esauribili.

Il tempo del consumismo ingordo volge a termine.

Francesco Escalona

La foto "Vigneto urbano" è di Francesco Escalona  ed è stata scattata presso le Cantine "La Sibilla" di Bacoli.