21.6.24

Ennesimo incendio ai Camaldoli: qualche riflessione

Ennesimo incendio ai Camaldoli, forse il più grave degli ultimi decenni, nella riserva integrale del Parco Regionale Metropolitano delle Colline di Napoli.

Nella giornata di oggi dopo  il lento spegnimento del lato di Soccavo (le ceneri conservano ancora fuoco potenziale) si è aperto anche il fronte di Pianura.

Va detto da subito che a  memoria anche di chi scrive si sono visti tanti di incendi dolosi, soprattutto sul versante di Soccavo, ma di sicuro nessuno ha mai lambito con tanta forza la cresta della collina.

Il danno è enorme. Ad incendio spento il paesaggio che resta è desolante, piante ed animali uccisi ed un rischio serissimo per le abitazioni oltre al convento. Soccorsi attivi molto in ritardo per ragioni ancora da comprendere appieno, ma sembra per la mancanza, nella fase iniziale, di disponibilità di una figura fondamentale tra i vigili del fuoco per il primo controllo e problemi per una presenza di cavi di alta tensione su cui l'acqua non poteva arrivare senza isolarli.

Comunque una disattenzione sull'investimento in prevenzione è figlia della concausa principale di questa offesa alla Natura in questo prezioso territorio, al netto della responsabilità di chi ha fatto il danno materiale.

In questi ultimi anni, circa quindici, è stato distrutto tutto il lavoro faticoso e certamente ancora in salita che era stato messo su nel primo decennio di questo secolo per tutelare questo territorio sensibile. 

Con l'istituzione del Parco Metropolitano regionale delle Colline di Napoli, del quale la Collina dei Camaldoli è la Riserva integrale (quella più da tutelare) per la presenza anche di un sito S.I.C. e Z.P.S., si portava a compimento un'idea illuminata di decenni antecedente per la tutela e la valorizzazione della Gronda Verde della citta uno spazio di oltre 2.200 ettari, quasi un terzo della Città di Napoli fondamentale per le compensazioni ecologiche tanto piu in questa fase di consapevolezza dei danni causati dal cambiamento climatico.

Questo strumento di tutela e gestione, istituito dando seguito ad una bella e lunga storia e visioni  nel 2004 (oggi cade il ventennale), seguiva una strada sicuramente piena di ostacoli; gli abusi i sotterramenti e gli incendi c'erano stati ed in parte continuavano anche in quella fase.  Ma in quella fase iniziale le idee erano chiare, come la volontà  di invertire la rotta e curare definitivamente tutta questa bellezza.

Ora cosa resta, dopo oltre quindici anni dal cambio di quella prima gestione illuminata e sostenuta da Regione e Comune? Solo abbandono. 

Per  meglio comprendere  la natura del disastro e del lassismo che è seguito  andate a vedere la vicenda dell'ambito della Selva di Chiaiano/Cupa Fragolara sul sito del Comune di Napoli sull'altro versante ...un PUA attuativo con fondi prima allocati e poi rimandati indietro alla Comunità Europea.

Qualche amico è cresciuto elettoralmente sull'assurda vicenda della spazzatura e le battaglie conseguenti a Chiaiano. Infatti sono molti i  nomi che poi hanno coperto e coprono ruoli di rilievo prima con De Magistris e poi  con Manfredi che non hanno  risolto nulla ma hanno  affossato nei fatti quell'idea innovativa di Parco Metropolitano e la legge annessa (la 17 del 2023), ovviamente con l'apporto ancora più disastroso del disinteresse sostanziale delle giunte Caldoro e De Luca sull'Ente formalmente titolare.

Credo sia venuto il tempo di fare i conti reali con questa vicenda in modo onesto e chiaro.

Va detto che ovviamente l'attuale  gestione del Parco tenta di fare il possibile ma è decisamente un'altra storia rispetto a quella della  stagione fondativa. 

C'e' da scommettere purtroppo che dopo questi quindici anni solo pochi sappiano che l'incendio ha lambito la riserva integrale di un Parco regionale e zone di particolare tutela (Sic e Zps). 


Questa perdita di memoria è la conseguenza  diretta del processo di dismissione della bella storia delle tutele regionali e nazionali degli anni '80 e '90  che purtroppo  non tocca solo questo Parco anche se in  questo caso assume livelli particolarmente disastrosi dato il profondo valore di compensazione ecologica per tutta la Città Metropolitana di Napoli

In chiusura riporto parte del grido di dolore di Leonardo Dell'Annunziata per questa ennesima offesa alla collina che per poco non distruggeva grazie anche all'azione di difesa  dei volontari la meravigliosa area botanica didattica dell'associazione Agrifoglio da lui presieduta:

"SONO INDIGNATO!!! Sono indignato per la follia criminale che devasta ettari di macchia mediterranea per chissà quale stupida, recondita motivazione; vorrei incontrare quella mano che ha appiccato il fuoco e chiedergli perché? Sono indignato perché alle prime segnalazioni, ad ora di pranzo, sarebbero bastate un paio di secchiate di acqua ben assestate per evitare questa devastazione della collina. Sono indignato per l'incuria, l'inciviltà e il degrado che per vent'anni abbiamo provato a combattere per restituire un piccolo presidio di natura e di bellezza ad un angolo di questa contraddittoria città. Sono indignato per i funzionari, i dirigenti, gli amministratori ignavi che abbiamo inseguito per anni e che perpetuano nel loro piccolo cabotaggio per difendere e scaldare la loro misera poltrona. Stanotte,vegliando quelle fiamme vi ho augurato che il calore di quelle poltrone diventi rovente come quello che ha incenerito, per l'ennesima volta, roverelle, lecci, castagni, lentischi,ferule, ginestre, cisti e tutto il brulicare di vita che vi abitava. Mi vergogno di continuare ad amare ancora così tanto una realtà così martoriata, abbandonata a se stessa e alla "banalità del male".


Guido Liotti