Si terrà venerdì 4 marzo 2022 alle 18:00, nella saletta Giancarlo Siani della libreria “Io ci sto”, la presentazione di Napolinegra, libro di Vincenzo Sbrizzi edito da Iod Edizioni con prefazione di Isaia Sales. L'incontro è organizzato da Green Italia Campania e vedrà la partecipazione dell'assessore alle politiche sociali del Comune di Napoli, Luca Trapanese. A dialogare con l'autore sarà Carmine Maturo, co-portavoce nazionale Green Italia e Mara Fortuna di IoCiSto.
SINOSSI
Venticinque storie di persone che hanno dovuto affrontare il mare per mettere in salvo la propria vita. Persone rapite e vendute come schiavi nel deserto. Persone che hanno visto la morte appropriarsi di tutto intorno a loro. Storie vere di migranti intervistati dall'autore che in comune hanno il viaggio e la sofferenza ma anche la voglia di prendersi il futuro che hanno sempre sognato. Come Adam che è partito a 14 anni dal Mali per diplomarsi a 25 anni in Italia o come Justina che si è salvata dalla prostituzione grazie a Chris conosciuto in Libia. Come Paboy che ha rimosso completamente le settimane di tortura in Libia o come Rachelle che lì ha perso l'amore della sua vita. Come Saeid arrivato in Italia in un container o come Fata che ha visto un suo amico scomparire nella sabbia. Come Abrar picchiato a sangue tra le strade di Napoli o come Bechir che ha rischiato di morire per un problema cerebrale in attesa dei documenti. E poi le torture subite da Kebe', da Dimitri, da Abdul o le angherie della burocrazia che i decreti sicurezza hanno alimentato. Venticinque storie di persone che vivono tutti la loro nuova vita a Napoli, città “irregolare” come loro e forse per questo l'unica capace di dargli un po' di accoglienza.
L'AUTORE
Vincenzo Sbrizzi è un giornalista professionista di Torre Annunziata (Napoli). Nato nel 1984, è laureato in Scienze della comunicazione all'Università degli studi Suor Orsola Benincasa con una tesi in Storia delle mafie, relatore Isaia Sales. Ha frequentato un master in Marketing e comunicazione digitale alla Business school de “Il Sole 24 ore” e masterclass di social media e copywriting al “The Guardian” di Londra. Ha lavorato per Striscia la notizia, Fanpage, Il Mattino, Roma, Optima Italia e attualmente lavora per Napolitoday e Today del gruppo Citynews. Ha pubblicato insieme a Simona Melorio, per Editoriale Scientifica, il saggio “Torre Annunziata: tra camorra e deindustrializzazione” con cui ha vinto il Premio Giancarlo Siani 2020.
NOTA DELL’EDITORE
“Cronisti Scalzi” è la nuova collana della Iod edizioni che ha l’ambizione di raccogliere i racconti, le narrazioni e le storie di giovani cronisti delle periferie, dentro e fuori le mura delle nostre città, impegnati a resistere a un giornalismo che va sempre più adeguandosi al conformismo del pensiero dominante e ai poteri forti. Siamo convinti che oggi più che mai sia necessaria una nuova generazione di cronisti che sappiano vivere, con la mente e con il cuore, i quartieri, i vicoli e le piazze delle periferie degradate, per raccontare con passione i fatti e i volti delle persone che ogni giorno si impegnano per costruire nel loro piccolo una chiara e consapevole alternativa al degrado sociale e allo strapotere dei clan della camorra. Vogliamo dare, così, spazio, insieme ad autorevoli voci del giornalismo d’inchiesta, a quei giovani giornalisti precari, che continuano a essere presenti sul posto, a piedi scalzi, e che conservano la memoria, lo stile e il metodo di Giancarlo Siani, giornalista precario, ucciso dalla camorra la sera del 23 settembre del 1985, e definito da Erri De Luca «cronista scalzo». «Negli anni Settanta» racconta lo scrittore e intellettuale a noi caro, «ci piacevano della Cina i medici scalzi che andavano nei villaggi a tentare la prevenzione delle malattie. Giancarlo era un giornalista scalzo, non aspettava le notizie per riportarle, ma cercava il meccanismo sanguinoso che le produceva. Erano gli anni dell’arrembaggio, il terremoto aveva raso al suolo la decenza, tutto era lecito per arricchirsi, la vita valeva uno sputo. La malavita si spartiva nel sangue i centimetri dei marciapiedi, sulla città piovevano miliardi ma non riuscivano a toccare terra, tutti intercettati a mezz’aria. Giancarlo conosceva Torre Annunziata, che non è cognome e nome di una signorina ma comune vesuviano digradante sul golfo e degradato mattatoio di morti ammazzati per quasi niente. Giancarlo lì aveva amici e raccoglieva notizie fresche di cose sempre più sporche. Si procurava facilmente la simpatia e la stima, aveva modi semplici per natura e un garbo frutto di educazione familiare. Riusciva a fare conversazione con chiunque in pochi minuti, ma senza fare l’amicone, con misura invece e a bassa voce. Queste doti facevano coppia con un coraggio fisico naturale».