La decisione di installare i cancelli alla Galleria Umberto è un passo indietro per la città. Piuttosto che affrontare le radici dei problemi di sicurezza e gestione, le autorità hanno optato per una soluzione semplicistica che penalizza l'immagine della città e offende la bellezza e la funzione che il Monumento rappresenta.
Chiudere i cancelli non risolve i problemi di illegalità e comportamenti indesiderati, ma forse li sposta altrove. È una mera illusione di sicurezza che non affronta le cause profonde del disagio sociale che affligge la città.
Anche la Villa Comunale sembrava che senza i cancelli non si potesse tutelare. L'abbandono invece è stato progressivo nonostante i cancelli.
Invece di isolare e dividere, le istituzioni dovrebbero concentrarsi su soluzioni inclusive che coinvolgano la comunità locale, promuovendo un senso di appartenenza e responsabilità condivisa. Chiudere i cancelli è un segnale di mancanza di fiducia nella capacità di una parte della città di affrontare le sfide sociali in modo costruttivo e partecipativo.
La Galleria Umberto dovrebbe essere un centro di vita e cultura diurna e notturna che riflette la diversità e l'inclusione della nostra città. Chiudere i cancelli va contro questo principio fondamentale, trasformando un simbolo di aggregazione in un simbolo di divieto.
Bisognerebbe tornare al tavolo delle discussioni e lavorare insieme alla comunità per sviluppare soluzioni efficaci e sostenibili che affrontino veramente i problemi alla radice. Solo così la Galleria Umberto potrà tornare a essere un luogo di incontro e prosperità per tutti i cittadini.
I cancelli alla Galleria saranno il simbolo del fallimento di chi doveva garantirle la sicurezza e il decoro.
Carmine Maturo