17.6.20

Fase finale: la ripresa



Maria Gabriella Camera - architetto e co-portavoce Green Italia Campania



Oggi si presenta un opportunità unica. La sospensione temporanea delle attività antropiche ha consentito di prendere consapevolezza delle influenze devastanti che si ripercuotono sull’ambiente e ci impone la necessità di ripensare a un diverso modo di vivere i nostri territori naturali e urbanizzati.
Non dobbiamo tornare al passato, con tutte le criticità connesse, ma alla luce degli insegnamenti di questa terribile esperienza dobbiamo proiettarci verso una realtà migliore e più sostenibile. In questo momento l’attenzione è focalizzata sulla ripresa socioeconomica.
Sono state messe in campo moltissime risorse. Dobbiamo investire in modo intelligente e nel contempo ripensare a un diverso modello di sviluppo economico e sociale, che sia duraturo e saldo. La crescita economica va orientata nel rispetto dell’ambiente e sulla base di principi di equità, giustizia, solidarietà.
L’attuazione di uno sviluppo armonico del territorio implica, inderogabilmente, l’aggiornamento degli attuali strumenti di pianificazione che nella programmazione a lungo e breve termine dovranno essere improntati ad una maggiore sostenibilità e contenere norme chiare e cogenti.
Imprescindibile è la semplificazione dei procedimenti amministrativi.
In linea con esperienze internazionali dobbiamo sperimentare nuovi strumenti di policy making, per attuare politiche territoriali a breve termine, finalizzati a rendere più snello il rapporto tra politiche nazionali e politiche locali, mediante la costituzione di assetti istituzionali multilivello di tipo innovativo tra stato, regioni, governi locali.
E’ essenziale la promozione di processi di empowerment, grazie ai quali le persone, le organizzazioni e le comunità acquisiscano consapevolezza sui propri comportamenti e partecipino attivamente al cambiamento del proprio ambiente sociale e politico.
La sostenibilità deve diventare la parola chiave della trasformazione urbana e dell’architettura del paesaggio.
In questo scenario la parola benessere assumerà un differente significato: stare bene in salute e vivere in condizioni ottimali nel proprio ambiente.
Il ruolo della città deve assumere un carattere diverso: diventare il luogo di risposta ai nostri bisogni sociali; il luogo in cui si integrano, senza collidere, natura e costruito; il luogo generatore di bellezza,che delinei una estetica sintesi del rapporto dialogico tra cultura, uomo e natura. Il modello di sviluppo urbano non può più essere quello improntato sulla suddivisione in zone territoriali omogenee e settoriali (zoning) ma l’organizzazione di un tessuto misto (mixitè) che consenta il rilancio delle aree periferiche mediante il superamento della contrapposizione con il centro urbano consolidato.
L’avvio di azioni di rigenerazione di spazi degradati e di immobili dismessi consente di decongestionare il centro urbano e consolidare le aree periferiche con integrazione di servizi e infrastrutture. Contestualmente devono seguire azioni finalizzate a riammagliare le aree periurbane rurali con funzione di riequilibrio ecologico e strutturazione di un sistema del verde.
E’ necessaria l’elaborazione di un catasto del patrimonio immobiliare comunale per promuovere azioni di valorizzazione e rigenerazione.
L’efficacia delle azioni e il conseguimento degli obiettivi prefissati può essere garantito tramite modelli basati su partnership tra soggetti pubblici e privati.
La mobilità è sicuramente uno dei temi da affrontare prioritariamente e con maggiore forza: investire su mobilità pubblica e tecnologie digitali, e incentivare mobilità ciclopedonale anche con azioni decise di contenimento e contrasto all’utilizzo dell’auto.
Queste azioni determinano un impatto diretto nell’ambito sociale e una spinta propulsiva dell’economia.