13.7.23

La Venere degli stracci da "rifare": un simbolo di resistenza e di ricostruzione


    La reinstallazione dell'opera d'arte danneggiata, come la Venere/Parthenope degli stracci, potrà diventare un simbolo di speranza e di rinascita. Dovrà essere un atto di resistenza contro la distruzione e una testimonianza della volontà di ricostruire e riportare la bellezza nella nostra vita quotidiana.
    La distruzione di un'opera d'arte non deve essere l'ultima parola. Al contrario, può innescare un desiderio di riscatto e di ricostruzione. Quando una città perde un simbolo, c'è spesso una reazione collettiva di indignazione e di impegno per preservare il patrimonio artistico, per questo mi preparo e vado a manifestare in Piazza Municipio.
    Ma oltre alla reinstallazione materiale dell'opera, è importante anche riflettere sui passi che possiamo intraprendere per creare una città più bella, gentile e soprattutto partecipata. La bellezza non deve limitarsi solo alle opere d'arte, deve diventare un appello alla partecipazione attiva per tutti i cittadini. La gentilezza, nel contesto urbano, si manifesta nel rispetto reciproco, nella cura degli spazi comuni e nell'attenzione per il benessere delle persone.
   Si dovranno coinvolgere i cittadini nell'allestimento degli spazi urbani per creare senso di appartenenza e di identità. Quando le persone si sentono parte attiva nel processo decisionale e vedono il loro contributo trasformato in realtà tangibili, si sviluppa un legame emotivo più forte con il luogo in cui vivono. Questo può portare a un maggiore senso di orgoglio, cura e responsabilità verso l'ambiente circostante. La chiave del buon amministrare rimane sempre la partecipazione che non è "un volo di un moscone".

Carmine Maturo