*** Comunicato stampa ***
Si apre una nuova stagione di cementificazione, di maggiore consumo di suolo, di espulsione dei cittadini dai grandi centri urbani, di invivibilità delle grandi città.
“Se vuoi andare veloce, corri da solo. Se vuoi andare lontano, vai insieme agli altri”
*** Comunicato stampa ***
Napoli, 23 aprile 2024
Oggi presso il Caffè Letterario DOM Santi Bevitori è stato presentato
il progetto "Insula San Domenico" per il turismo sostenibile e il
programma delle iniziative a cura dell'Insula San Domenico: Maggio Botteghe
Aperte. L'evento si è svolto con la
partecipazione del presidente della Commissione Cultura e Turismo, Luigi
Carbone, il Consigliere del Sindaco per il Patrimonio Culturale Diffuso,
Francesca Amirante, l'Assessore alle Attività Produttive e
Turismo della Municipalità 2, Lorenzo Iorio,
la Preside dell'Istituto Casanova Mira Masillo, e Carmine Maturo, presidente
dell'Associazione Gentle Green Events e portavoce dell'Insula San Domenico.
Le istituzioni presenti hanno accolto con favore l'iniziativa e offerto il loro supporto, mentre con la Municipalità 2 è in corso la stesura di un protocollo d'intesa per garantire una maggiore vivibilità nel quadrilatero dell'Insula, in particolare il Presidente Carbone ha sottolineato la concretezza del progetto “spesso la sostenibilità e l'identità sono solo parole, qui si respirano nelle botteghe e nelle iniziative”
L'Insula San Domenico Maggiore rappresenta un coordinamento di associazioni, artisti, artigiani e soggetti indipendenti che si sono uniti per promuovere un turismo sostenibile e responsabile nel cuore pulsante del Centro Antico della città, contrastando l'approccio superficiale e dannoso del turismo di massa.
Con 20 soggetti distribuiti nel suggestivo quadrilatero di vico San Domenico, Vicoletto San Domenico e Via Raimondo de Sangro, l'Insula mira a diffondere cultura, arte e sostenibilità attraverso una vasta gamma di attività artistiche, culturali e prodotti artigianali intrisi di identità e tradizione.
L'obiettivo primario è offrire un'esperienza turistica di qualità che sia rispettosa della vita locale e del Centro Storico, collaborando attivamente con l'Amministrazione Comunale per sviluppare un modello di turismo sostenibile.
Durante il mese di maggio, l'Insula San Domenico presenta una ricca serie di appuntamenti pensati per arricchire l'esperienza dei visitatori e coinvolgere la comunità locale. Laboratori artigianali, mostre d'arte, aperitivi, visite guidate e momenti di animazione per i più piccoli offriranno un'opportunità straordinaria di immergersi nella bellezza, nella cultura e nella tradizione di questo incantevole luogo e delle botteghe.
Inoltre, l'Istituto Casanova con i suoi alunni e docenti contribuirà alla valorizzazione dell'Insula San Domenico attraverso un progetto speciale, documentando gli eventi e le attività per creare un video celebrativo che promuoverà la conservazione del patrimonio culturale e artistico.
Insula San Domenico: Maggio Botteghe Aperte è un'occasione unica per vivere un'esperienza autentica, contribuendo così alla creazione di un futuro turistico più sostenibile e inclusivo per l'intera città.
Calendario degli appuntamenti:
Quando la gente chiede in gran numero, con interesse e passione, di partecipare davvero a scelte fondamentali come quelle in itinere sul governo del territorio, coinvolgendo le proprie forme associate, le Istituzioni debbono rallentare, ascoltare. Nel caso debbono modificare, anche sostanzialmente, il disegno, peraltro palesemente tracciato da pochi.
La nostra istituzione regionale, invece, cosa fa? Accelera.
La IV Commissione approva a maggioranza, con l'astensione delle destre e l'opposizione ferma dei 5S, norme urbanistiche concordate tra pochi.
Adesso salirà il livello della protesta e...PERDEREMO TEMPO PREZIOSO.
Spero davvero che, nei prossimi giorni se ne rendano conto e correggano contenuti e atteggiamento: la crisi climatica non ci aspetta e non è proprio più il tempo di consumare tempo, territorio, paesaggio e risorse esauribili.
Il tempo del consumismo ingordo volge a termine.
Francesco Escalona
La foto "Vigneto urbano" è di Francesco Escalona ed è stata scattata presso le Cantine "La Sibilla" di Bacoli.
La decisione di installare i cancelli alla Galleria Umberto è un passo indietro per la città. Piuttosto che affrontare le radici dei problemi di sicurezza e gestione, le autorità hanno optato per una soluzione semplicistica che penalizza l'immagine della città e offende la bellezza e la funzione che il Monumento rappresenta.
Chiudere i cancelli non risolve i problemi di illegalità e comportamenti indesiderati, ma forse li sposta altrove. È una mera illusione di sicurezza che non affronta le cause profonde del disagio sociale che affligge la città.
Anche la Villa Comunale sembrava che senza i cancelli non si potesse tutelare. L'abbandono invece è stato progressivo nonostante i cancelli.
Invece di isolare e dividere, le istituzioni dovrebbero concentrarsi su soluzioni inclusive che coinvolgano la comunità locale, promuovendo un senso di appartenenza e responsabilità condivisa. Chiudere i cancelli è un segnale di mancanza di fiducia nella capacità di una parte della città di affrontare le sfide sociali in modo costruttivo e partecipativo.
La Galleria Umberto dovrebbe essere un centro di vita e cultura diurna e notturna che riflette la diversità e l'inclusione della nostra città. Chiudere i cancelli va contro questo principio fondamentale, trasformando un simbolo di aggregazione in un simbolo di divieto.
Bisognerebbe tornare al tavolo delle discussioni e lavorare insieme alla comunità per sviluppare soluzioni efficaci e sostenibili che affrontino veramente i problemi alla radice. Solo così la Galleria Umberto potrà tornare a essere un luogo di incontro e prosperità per tutti i cittadini.
I cancelli alla Galleria saranno il simbolo del fallimento di chi doveva garantirle la sicurezza e il decoro.
Carmine Maturo
Oggi presso il dipartimento di Architettura si è tenuta una grande giornata di confronto democratico, di idee e di partecipazione tra le associazioni ambientaliste e di tutela del paesaggio, organizzazioni sociali e sindacali autoconvocatesi, ancora una volta, in opposizione al DDL di modifica della legge 16/04. L’intento, scaturito dall’incontro, è stato quello di lavorare insieme per elaborare una nuova e moderna legge di governo del territorio in Campania.
La proposta, articolata collettivamente nell’corso dell’intera giornata, per una nuova e moderna legge, grazie alla convinta adesione dei livelli nazionali, è così divenuta di interesse nazionale. La loro presenza, infatti, ha consentito di inquadrare la problematica campana nel più generale scenario nazionale e comunitario, sottolineando l’enorme distanza tra i contenuti e i reali obiettivi del DDL e le urgenze costituite dai repentini cambiamenti climatici e dalle tante opportunità offerte dalla visione strategica del green deal e della transizione ecologica.
Si è così raggiunta
tra associazioni ambientaliste, di categoria, sindacali e sociali, una condivisione
di opinioni ed una convergenza di obiettivi nell’unanime volontà di proseguire i
lavori nell’elaborazione della legge da parte di soggetti promotori e di quelli
che man mano, anche oggi, hanno aderito.
A conclusione
della giornata democratica di confronto e di partecipazione è stato istituito
un Tavolo di lavoro che avrà come obiettivo la scrittura di una nuova e moderna
legge di governo del territorio per una rigenerazione urbana e territoriale,
adeguata ai temi posti dai cambiamenti climatici e alle tante urgenti e
improrogabili esigenze ecologiche, ambientali e socio-economiche della Campania.
La nuova
legge, che dovrà fondarsi sulla partecipazione collettiva, si proporrà tra
l’altro di:
Il Tavolo di
lavoro istituito oggi, con questa straordinaria partecipazione, forse mai
registrata prima in Campania, sarà un Tavolo permanente. Oltre alle nuove
adesioni, acquisite durante la giornata, resterà aperto al contributo di
cittadini, associazioni, rappresentanze di categorie ed istituzioni, che saranno
concretamente interessate al benessere sociale dei cittadini, delle città e del
territorio della Campania.
Primo
appuntamento del Tavolo di lavoro sarà una prossima autoconvocazione presso la
sede del Consiglio Regionale a cui, come per la giornata di oggi, saranno invitate
tutte le rappresentanze istituzionali deputate all’approvazione della legge.
ADA Donne Architetto – A.N.F.S.U.
(Associazione nazionale di filosofia e scienze umane) - A.N.T.A.R.E.S. - AIR,
Architetti in Rete - ARCI Campania – Associazione Amici di Ideacittà - Ass.
Marco Mascagna – Associazione Percorsi Napoletani - CGIL Campania -
Casartigiani Campania - CIA Campania - Confartigianato - CNA Costruzioni
Campania - FIAB - Fillea CGIL Campania - FLAI CGIL Campania - Gente GREEN - Gentle
Green Events - Italia Nostra - Legambiente - MaiPiùAmianto - Nu.Ri.Ge. Nuove
Ri-Generazioni – RETE Set - Rete Sociale No Box - Rigenera Campania - SPI CGIL
Campania - UDU - VAS -WWF Italia.
In una Chiesa ancorata a vecchie logiche di potere a braccetto con la DC, nei mesi del referendum per il divorzio, durante la crisi petrolifera e la caduta di Franco in Spagna quasi per inerzia, siamo a cavallo tra ’73 e ’74, Sergio, un giovane prete agostiniano colto e coraggioso, compie una piccola rivoluzione collettiva ed infine profondamente personale in una sconosciuta periferia di Napoli occidentale. La storia infatti è ambientata nel quartiere di Pianura che in quegli anni, ma per certi versi ancora adesso, si caratterizza per la ruralità.
I mostri da combattere
fin da subito sono tanti, una Camorra a braccetto con una pessima borghesia e
tollerata nei fatti anche dai governanti della città, pronta a sventrare per sempre quel territorio scacciando i suoi indifesi ospiti contadini, il vero presidio della
bellezza di quel territorio oltre ad una
piccola comunità ancora più debole; un tema nel tema sulle tolleranze e la
conoscenza ed il rispetto dell’altro. Si aggiungono, seguendo la narrazione, il
tema dell’ignavia che a volte si sviluppa in buona fede ma può creare danni
irreparabili, quello del dogma della Chiesa che non aiuta l’applicazione della
vera parola del Cristo oltre ad un tema
scabroso trattato con molta sensibilità e saggezza dall’autore.
Sullo sfondo della vicenda che si dipana in pochi mesi sentiamo sempre il respiro della natura e le
sue stagioni ancora ben definite in quei tempi con un autunno avvolgente, un
inverno cupissimo e piovoso ed una primavera che stenta ad arrivare ma che
esploderà con tutto il suo Amore nel finale.
Oggi non è tutto perduto a ben vedere qualche brano di
quella ruralità di qualità resiste ancora e va fortemente tutelato. Il romanzo di Pio fa venire voglia di combattere
con saggezza ancora. E’ forte L’impatto alla lettura per chi di noi si è
mosso per la tutela del nostro
territorio ma sono sicuro che per i temi
trattati e l’ottima scrittura appassionerà quasi tutti i lettori.
Pio Russo Krauss, medico educatore in ambito sanitario ed ambientale con un forte impegno in ambito sociale ed ecclesiale, é stato presidente del Centro Culturale Giovanile, militante di associazioni ambientali e e pacifiste. E' attualmente il Presidente dell’Associazione "Marco Mascagna".
Il libro è edito da La Valle del Tempo, Napoli.
Guido Liotti
La decisione della Regione di realizzare un nuovo Ospedale sui resti del Complesso Termale del Solaro a Castellammare di Stabia dovrebbe essere oggetto di una maggiore attenzione da parte dei media, della classe politica e della stessa opinione pubblica. Il tema non è relativo solo al riassetto del sistema ospedaliero, con una scelta non supportata da nessun strumento di pianificazione, ma coinvolge anche altri aspetti. Tra i tanti, quale visione strategica del territorio giustifica un ospedale e non un’altra funzione? Quale approccio culturale si ha nei confronti della storia e delle espressioni culturali del nostro territorio, con particolare riferimento ad esempi rilevanti di architettura razionalista, come nel caso delle Terme del Solaro?
La decisione della Regione (alla quale va il merito di aver acquisito il Complesso al patrimonio pubblico) dovrebbe derivare dal confronto di più alternative progettuali, i cui risultati dovrebbero essere resi pubblici. Altrimenti è lecito chiedersi se sia giusto spendere 180 milioni di euro per la realizzazione di un ospedale e non invece per il rilancio del Complesso termale e se tale scelta sia in sintonia con le ambizioni turistiche della città, con il rischio di trasformarsi da occasione di uno sviluppo di qualità ad un suo freno. Altra domanda: preventivamente si è tenuto conto della compatibilità delle funzioni sanitarie con le caratteristiche architettoniche di pregio del Complesso Termale o si è ritenuto questo aspetto “ininfluente” rispetto ad una decisione presa a monte? Ancora, lo stato di degrado a cui è stato colpevolmente ridotta l’opera è un valido motivo per la sua demolizione o non dovrebbe essere una ragione per il suo restauro architettonico? Le notizie riportate sulla stampa sembrano invece evidenziare che il Complesso delle Terme del Solaro sia ritenuto solo un fastidioso ostacolo da rimuovere (addirittura entro l’estate) per dare spazio al nuovo Ospedale.
Eppure, eppure, le Terme del Solaro rappresentano uno degli esempi piu’ significativi dell’architettura razionalista in Italia. Opera di architetti di grande spessore come Carlo Cocchia (Stadio san Paolo, Mostra d’Oltremare), Franco Iossa, Alfredo Sbriziolo, Gerardo Mazziotti. Nei corsi di progettazione delle facoltà di Architettura il Complesso delle Terme viene studiato non solo per il suo valore intrinseco ma anche per i riferimenti alla cultura architettonica europea (Alvar Aalto nell’edificio di Sbriziolo). La Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, nel suo censimento delle architetture italiane, dedica una specifica scheda al “Complesso Termale del Solaro” (https://censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it/scheda-opera?id=4076) il cui progetto, fra l’altro, fu vincitore di un Concorso internazionale di progettazione. Nella stessa scheda sono riportate ulteriori motivazioni che ne giustificano l’inserimento tra le “architetture italiane” e precisamente:
1. L’opera è citata in molti studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e internazionale;
Infine, la bibliografia dedicata all’Opera è vastissima (es. Architettura: Cronache e storia di B. Zevi, n. 119 del 5.9.1965) e l’opera è riportata tra “I luoghi del cuore” del F.A.I.
In questo scenario, a fronte di tanta “sostanza”, non abbiamo dubbi che la Soprintendenza vorrà intervenire per salvaguardare un'opera che è inclusa nel catalogo del suo stesso ministero.
Vincenzo Russo
(pubblicato su "Repubblica" edizione di Napoli del 19/01/2024)
E’ di poche ore fa la notizia che gli agronomi del Comune hanno segnalato come abbattibili i lecci anzianissimi che caratterizzano l'emiciclo centrale del Parco Mascagna solo mediante un analisi visiva di massima. Tutto questo nonostante i dubbi espressi anche da consiglieri comunali di maggioranza oltre che alla quasi totalità delle associazioni ecologiste.
Questo ennesimo
atto ci riporta alla ragione del perché gli ambientalisti non plaudono alle
modalità adottate riguardo ai progetti sul verde presentati in pompa magna la
settimana scorsa dal Comune di Napoli
In questa occasione,
Sindaco, Assessore del ramo e tecnici di riferimento, oltre ad alcuni consulenti,
hanno parlato degli interventi relativi in particolare a due importanti parchi
urbani, la Villa Comunale e il Virgiliano
con il Viale Virgilio, finanziati con
fondi della Città Metropolitana e PNRR, ed accennato ai prossimi interventi su una
serie di parchi di scala di quartiere, compreso il Parco Mascagna, già purtroppo
in fieri con quelle modalità constatate.
Tutte queste
realtà saranno oggetto di approfondimenti dettagliati in articoli a seguire.
Fa da
contraltare all’entusiasmo dell’Amministrazione Comunale la perplessità degli
ambientalisti in merito alle procedure utilizzate per la riqualificazione, in
particolare di due luoghi così emblematici e particolarmente
significativi per la loro valenza storica, artistico e paesaggistica.
I progetti
dei due grandi parchi e quelli minori sono invece stati maturati e condivisi
unicamente all’interno degli uffici dell’Amministrazione Comunale e con
un’interlocuzione con altri Enti pubblici sovraordinati solo in sede di conferenza dei
servizi.
Dalle
comunicazioni date solo ora in conferenza stampa si evince che l’integrazione
dei fondi PNRR nel caso dei due grandi Parchi citati sono convogliate solo
sulla costruzione di opere infrastrutturali viarie. Si disattende lo spirito
dell’impiego dei fondi del PNRR che hanno promosso i progetti di forestazione
urbana. Le aspettative sono state deluse per lo scarso peso dato al
potenziamento della componente vegetazionale che viene mortificata dalle opere
infrastrutturali di pavimentazione (addirittura per il Virgiliano nel caso del secondo lotto nemmeno
drenante) di arredo, di recinzione ecc. molto spesso procedendo anche
all’abbattimento di alberi senza che possano essere sostituiti da nuovi di pari
dimensioni (grandi trapianti).
In
particolare, per il caso del Virgiliano si evidenzia un totale contrasto con l’approccio utilizzato
per il primo lotto da finanziamento di Città Metropolitana, ancora in una breve
fase di approvazione, che resta l’unica progettazione davvero coerente con i
principi di pianificazione resiliente e rispettosi delle componenti naturali
con recupero di biodiversità, principi che
invece dovrebbero caratterizzare come dicevamo in pieno un corretto utilizzo
dei fondi del PNNR.
Per la
scarsa volontà dimostrata purtroppo dall’Amministrazione di aprire a veri
processi partecipativi che consentono un ascolto attivo e un confronto sulle
scelte strategiche da intraprendere, il tema della “resilienza” che nella
strategia del Green Deal sottesa al PNRR ha la stessa dignità della
“ripresa” non esercita il suo ruolo di stimolo per un nuovo modello di sviluppo
che esalti il ruolo strategico del verde e oggi. In particolare, ci riferiamo
alla nostra reiterata richiesta di costituzione di una Consulta del Verde, spazio
di confronto fondamentale anche per poter supportare l'Amministrazione stessa su
scelte che non possono essere determinate esclusivamente dalla Soprintendenza. Una
Consulta in grado anche di proporre il controllo
e l’applicazione di soluzioni ambientali in linea con i principi DSHN (che non
arrechino nessun danno all’ambiente), del Green New Deal e con i Criteri
Ambientali Minimi (CAM), obbligatori per legge ed a maggior ragione per
l’utilizzo dei fondi del PNRR.
In tal modo
si potrà aiutare l’Amministrazione
Comunale a rispondere meglio alle sfide degli effetti dei cambiamenti climatici.
Questo va
garantito non solo agendo su specifiche aree verdi, ma inquadrandolo in una
compiuta pianificazione delle infrastrutture verdi che manca per la nostra Città
e per effetto positivo per l’intera area Metropolitana, pensiamo ad esempio ai parchi
regionali che attraversano la Città.
Occorre garantire
la connessione di tutte le aree verdi, pubbliche e private, con la rete
ecologica, favorendo la salvaguardia delle biodiversità, il contrasto
all’inquinamento atmosferico, alle isole di calore e alle bombe d’acqua, senza
tralasciare di esaltare le valenze estetiche e sociali del verde per la qualità
della vita e la salute dei cittadini e dell’ambiente.
Un'interlocuzione costante oggi ancor più
necessaria, alla luce della prossima variante al Piano Regolatore, che deve
necessariamente integrarsi con il Piano del Verde.
Per
completezza riportiamo un breve specchietto tratto da fonti del Comune riguardo
ai costi e tempistiche degli interventi di riqualificazione citati.
Riqualificazione
Villa Comunale
I LOTTO:
1.985.115,10 € finanziato con risorse economiche rese disponibili dal Piano
Strategico della Città Metropolitana di Napoli. Durata lavori: 10 mesi.
II LOTTO:
2.000.000,00 € finanziato con risorse economiche rese disponibili dal Piano
Sostegni al PNRR Grandi Città. Durata lavori: 14 mesi.
Parco Virgiliano e Viale Virgilio
I LOTTO: 1.700.000,00
€ finanziato con risorse economiche rese disponibili dal Piano Strategico della
Città Metropolitana di Napoli. Durata lavori: 12 mesi
II° LOTTO:
2.000.000,00 € finanziato con risorse economiche rese disponibili dal Piano
Sostegni al PNRR Grandi Città. Durata lavori: 12 mesi.
Gli altri
parchi oggetto di riqualificazione oltre i due comunali più citati
nell’articolo
1) Parco Mascagna: 450 mila euro (lavori
iniziati il 21/11/2023)
2) Parco Scampia: 1 milione di euro
3) Parco Gaetano Errico: 500mila euro
4) Parco San Gennaro: 600mila euro
5) Parco De Filippo: 500mila euro
6) Parco del Poggio: 700mila euro
(L’articolo trae spunto da riflessioni condivise con alcune associazioni che hanno da tempo costituito gli Stati Generali del Verde: Fiab NapoliCicloverdi - Legambiente Iride - Legambiente Parco Letterario Vesuvio - WWFNapoli - Gente Green Aps)
Guido Liotti