5.4.20

“L’Inverno si trasforma sempre in Primavera”



Guido Liotti esperto di processi partecipati e Paesaggio
Direttivo Green Italia Campania

Note da un esilio dorato ai tempi del Coronavirus

Per una casualità fortunata il mio esilio a tutela dal Cod-19 lo sto vivendo in piena natura. Un natura particolarmente rigogliosa in questo inizio primavera
Mi trovo su una piccolissima penisola circondato da mare e gariga in fiore e non riesco in questi giorni tra temporali e schiarite di non pensare ad una frase buddista alla quale sono molto legato “L’Inverno si trasforma sempre in Primavera”.
Dobbiamo essere sicuri che sarà cosi e proprio questa mia condizione vantaggiosa ma di profonda solitudine mi riporta di peso a riflettere sulle nostre battaglie sacrosante per le città più salubri, sostenibili ed a misura di tutti.
Le città, come anche la nostra (l’intero territorio della città metropolitana ) sopratutto hanno l’obbligo di cambiare paradigma di sviluppo e di riequilibrare il loro contributo sull’impronta ecologica globale.
Noi abbiamo la visione di città chiara che vorremo trasmettere il più possibile, di città che siano in simbiosi con la natura non in contrasto perenne ed in debito con essa. Città che recuperino in breve tempo il deficit di relazione con il loro suolo con il verde autoctono le persistenze agricole , ma anche con gli elementi di bellezza che caratterizzano il Paesaggio, quell’equilibrio tra costruito ed elementi naturali. Città meno energivore e che siano in grado di ottimizzare il ciclo degli scarti trasformandoli in risorse di qualità ma che siano anche in grado di ridurre a monte i consumi.



Città dove prevalga solo la mobilità dolce e che siano di fatto meno stressanti ed in grado di favorire socialità ed una qualità di vita alta per tutti. Città realmente democratiche.

In questi giorni abbiamo avuto occasione di capire come questo dramma sanitario sia fin troppo legato ad alcune disfunzioni di questa visione antropocentrica che colpisce in particolare le aree urbane e industrializzate per via dell’interazione a vantaggio della diffusione dei virus delle polveri sottili, i ritmi frenetici, l’eccesso di scambi dovuti alla visione capitalista della globalizzazione in una parola “l’economismo”.
La Pandemia trova origine nella nostra la tolleranza egoistica verso le situazioni di degrado delle periferie e delle assurde commistioni tra città e gli spazi sacri della biodiversità, brodo di coltivazione per il salto di specie del virus.
Il quadro si completa con le diseguaglianze cosi evidenti anche ai più ciechi in questi giorni, l’impoverimento delle strutture sanitarie ed una più generale disattenzione verso il tema della tutela della salute pubblica in nome di illusorie e scaramantiche sfide tra economia e rispetto della Vita a tutti i livelli.
Nel frattempo le armi si costruiscono ancora e c’è chi sul panico generale che ci attanaglia ci sta investendo per fini di lucro e/o di potere e si preannuncia una profonda crisi economica globale.

L’Inverno si trasforma sempre in Primavera ricordavamo, ma forse il nostro inverno ha poco a che fare con questo nuovo virus che è solo un effetto di nostri disastri e facciamo si che questa Primavera dell’umanità arrivi sul serio.

Quando lentamente ritorneremo ai nostri ritmi “normali”,
quando il tempo ritornerà a consumarsi rapidamente ...cerchiamo di spingerci in pieno in un altra dimensione dove fioriscano sul serio le visioni che coltiviamo noi ecologisti da anni e che sono ben chiare e cristalline, ad esempio, nel pensiero di Greta.
In questo spazio come avete già avuto modo di capire avremmo la possibilità di confrontarci su idee molto concrete che nascono da quelle visioni.

Nel frattempo vi invito ad approfondire l’argomento delle connessioni tra disastro ecologico e Pandemia su questo link del WWF Italia.